Nel 2024 la produzione alimentare è quella che è cresciuta di più (+1,8%), a fronte di un calo generale che ha travolto praticamente tutti gli altri settori, con punte dell’11,3% per i mezzi di trasporto e del 10,5% per l’abbigliamento. Lo dice un’analisi della Coldiretti e Filiera Italia sulla base dei dati Istat relativi alla produzione industriale nei dodici mesi dello scorso anno, che hanno fatto registrare una diminuzione complessiva del 3,5%. A spingere la produzione di cibo made in Italy è anche il record dell’export che nel 2024 ha raggiunto il valore di 70 miliardi di euro, il massimo di sempre, con un aumento dell’8% sul 2023. Un primato reso possibile dall’impegno quotidiano di una filiera agroalimentare allargata che vale oltre 620 miliardi di euro e rappresenta la prima ricchezza del Paese.
Una ricchezza che va però difesa rispetto alle tante minacce che pesano sull’attività delle imprese agricole italiane, a partire dagli effetti dei cambiamenti climatici che nel 2024 hanno causato danni per 9 miliardi di euro, tra siccità, maltempo ed epidemie negli allevamenti, secondo Coldiretti. Senza dimenticare i problemi rappresentati dall’aumento dei fattori di produzione, a partire dall’energia, che gravano sui bilanci, con i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono spesso a coprire neppure i costi sostenuti e rendono necessarie misure di sostegno per le imprese.
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