Un tempo i Baroni custodivano terre e confini. Oggi, Caterina e Filippo Cornacchia custodiscono una storia agricola lunga secoli. La loro azienda, Barone Cornacchia, affonda le radici alla fine del Quattrocento, quando la famiglia ricevette dal Re di Napoli il titolo nobiliare e l’affidamento dei feudi intorno alla Fortezza di Civitella del Tronto, in Abruzzo. Oggi, a Torano Nuovo (TE), sono i vigneti coltivati in biologico dell’azienda agricola a marcare il confine. L’agricoltura biologica certificata per la famiglia Cornacchia non è una moda, ma un ritorno consapevole al modo in cui si lavorava la terra prima ancora che si parlasse di bio. Il Cerasuolo d’Abruzzo Colline Teramane Poggio Varano viene vinificato e affinato interamente in anfora, per sei mesi con le bucce e altri sei mesi in bottiglia. Una scelta precisa per esaltare le caratteristiche varietali del Montepulciano senza interferenze. Il risultato è un Cerasuolo fuori dagli schemi, dal colore rosso rubino intenso, con profumi di prugna matura e confettura, e un sorso morbido, pieno, equilibrato. La struttura c’è, ma è ben gestita, e il finale è persistente e armonico. È un vino versatile, ma con una forte personalità. In un territorio dove il Cerasuolo è spesso interpretato in chiave leggera o da pronta beva, Barone Cornacchia sceglie un’altra via: quella della profondità. E dell’anfora, strumento antico che oggi diventa linguaggio contemporaneo.
(Fiammetta Mussio)
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