Il Nontiscordardimé è un fiore blu ed era un’erba sacra usata nella preparazione di medicamenti per gli occhi. D’altronde “via dagli occhi, via dal cuore” ed è per questo che Diego Tersoni ha voluto metterlo in etichetta, come nome e come colore, del suo spumante Monterosso Val’Arda, in modo da stamparlo in testa alle persone. Questo spumante, nasce da un vigneto storico di 65 anni che ha rinnovato una decina di anni fa: storico all’interno di un territorio del piacentino - quello di Castell’Arquato - dove questa tipologia di vino bianco si faceva da secoli, almeno dal 1500. La Doc è nata molto più tardi, negli anni Settanta, e ne ha definito le regole, per fare un vino che unisce le caratteristiche delle diverse (e numerose) varietà locali, anche aromatiche, con un 20% di Sauvignon Blanc e/o il Bervedino. Si può produrre fermo, frizzante o spumante, come nel caso del Nontiscordardimè, che profuma di crostata di pesca gialla, ginestra e nepitella, cedro e un che di roccioso, che torno anche al sorso. La bollicina al palato si percepisce decisa e risalta la dolcezza, l’acidità e la sapidità, tutte ugualmente intense e vivaci. Il finale è saporito di frutta gialla matura, caramella d’orzo, vaniglia, erbette aromatiche e fiori di rosmarino. Diego Tersoni ha preso in mano l’attività dei nonni nel 2011, dandole il nome di quel rintocco del campanile che sentiva sempre, quando li aiutava nel lavoro dei campi.
(ns)
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