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SCENARI

La produzione mondiale di vino nel 2025 è stimata tra 228 e 235 milioni di ettolitri (+3%)

Il report by Oiv: “la crescita limitata contribuirà a stabilizzare le scorte”. -7% sulla media quinquennale. L’Italia primo produttore (+8% sul 2024)

La produzione mondiale di vino, nel 2025, è stimata tra 228 e 235 milioni di ettolitri, con una proiezione intermedia di 232 milioni di ettolitri. Si tratta di una ripresa (+3%) rispetto ai volumi bassi del 2024, anche se la stima del raccolto di quest’anno rimane circa il 7% al di sotto della media quinquennale. A dirlo è l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv) che ha pubblicato, oggi, le sue prime stime annuali sulla produzione mondiale di vino per il 2025. Un raccolto, quindi, ancora basso, rispetto ai numeri di pochi anni fa (ad eccezione dell’Italia), ma questo non è necessariamente un fattore negativo in un mercato che stenta ad ingranare e con le giacenze in cantina che restano alte.
L’Italia si conferma il più grande produttore mondiale di vino nel 2025 (47,4 milioni di ettolitri, +8% sul 2024), davanti alla Francia (35,9 milioni di ettolitri, -1%) e alla Spagna (29,4 milioni di ettolitri, -1,4%). Gli Stati Uniti sono al quarto posto (21,7 milioni di ettolitri, +3%), mentre l’Australia si riprende la posizione n. 5 nella classifica mondiale dei produttori 2025 (11,6 milioni di ettolitri, +11%), davanti all’Argentina (10,7 milioni di ettolitri, -1%), che, alla posizione n. 6, è il più grande produttore del Sud America e precede il Sudafrica (10,2 milioni di ettolitri, +16%), il Cile (8,4 milioni di ettolitri, -10%), la Germania (7,3 milioni di ettolitri, -6%) e il Portogallo alla posizione n. 10 (6,2 milioni di ettolitri, -11%).
L’Oiv ha evidenziato che, “nonostante i contrasti regionali, il mercato mondiale del vino dovrebbe rimanere sostanzialmente equilibrato, poiché la crescita limitata della produzione contribuirà a stabilizzare le scorte in un contesto di indebolimento della domanda e di continue incertezze commerciali”.
Nell’Unione Europea (è di 140 milioni di ettolitri la stima della vendemmia 2025), la produzione è aumentata modestamente sul 2024 (+2%), ma rimane significativamente al di sotto della media quinquennale (-8%). Il Vecchio Continente continua ad essere caratterizzato da un’elevata variabilità climatica, con Francia (-1% sul 2024 e -16% nella media dei cinque anni) e Spagna (-6% sul 2024 e -15% sulla media quinquennale) che hanno registrato raccolti molto bassi a differenza dell’Italia (+8% sul 2024, +2% nella media degli ultimi cinque anni). Nel resto dell’emisfero settentrionale, spiega l’Oiv, i risultati sono stati contrastanti. Gli Stati Uniti hanno registrato solo una ripresa parziale sul basso raccolto 2024 (+3%, ma -9% è lo “score” della media quinquennale).
L’emisfero meridionale totalizza 49 milioni di ettolitri ed ha registrato una ripresa sul 2024 (+7%, ma -5% sul quinquennio), trainata dal miglioramento delle condizioni in Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda (3,7 milioni di ettolitri, +32% sul 2024 e +15% sulla media quinquennale) e Brasile, che ha compensato il significativo calo registrato in Cile.

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