Il secondo museo del vino più grande al mondo aprirà le porte nel 2024, a Pechino, in Cina. E questa è già di per sé una buona notizia, perché il contesto economico e geopolitico, nel gigante asiatico, non è dei migliori, specie per il mercato del vino, e un progetto del genere può rivelarsi fondamentale per riaccendere l’entusiasmo e l’interesse per il comparto. Si chiamerà “Universal Wine Museum”, ed il regista dell’operazione, in una joint venture con l’imprenditore cinese Weixing Tang, è la Cité du Vin di Bordeaux. Non sarà, però, una replica del museo girondino, ma pur mantenendo i suoi legami con la Cité, lo spazio sarà adattato ad usi, costumi e cultura cinese, con un approccio meno tecnico.
Lo “Universal Wine Museum”, il cui progetto risale al 2018, occuperà un’area di 18.000 metri quadrati, di cui 3.500 destinati alle esibizioni permanenti: “From vine to the wine” (che spiega le differenti fasi del lavoro in vigna e della produzione del vino), “History of wine” (che mette al centro la storia del vino in Cina, e poi nel resto del mondo), “Wine in the world” (dove saranno proiettati filmati su territori, luoghi e tradizioni del vino), “Wines & essences” (tra colori e odori che connettono il vino cinese a quello occidentale) e “The art of living wines” (con i segreti per scegliere il vino giusto).
Ci sarà poi uno spazio dedicato a talk e wine education, capace di accogliere 450 persone, ed ovviamente uno spazio dedicato alla degustazione ed alla vendita, con 1.000 etichette da ogni parte del mondo. I lavori dovrebbero terminare a fine 2023, con il taglio del nastro ad inizio 2024. E, intanto, come riferito dal direttore della Cité du Vin di Bordeaux, Philippe Massol, si pensa già ad altri progetti, tra Cile, Italia ed Alsazia.
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