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L’ALLARME

Agricoltura del Nord Italia al collasso. Siccità, Po in secca come non si vedeva da 70 anni

Confagricoltura: “interventi urgenti straordinari”. Lettera del Sottosegretario Centinaio ai Ministri diPolitiche Agricole e Transizione Ecologica
AGRICOLTURA, CONFAGRICOLTURA; CENTINAIO, PIOGGIA, SICCITA', Non Solo Vino
Siccità, Po in secca come non si vedeva da 70 anni, agricoltura al collasso

Il simbolo della gravità della situazione è il fiume Po in secca come non si vedeva da 70 anni, ma la siccità, con zone in cui non piove da 110 giorni, è un problema nazionale. Soprattutto in quella pianura Padana e in quel Nord Italia in cui la priorità delle imprese agricole è “salvare i raccolti e la produzione alimentare”, in una situazione che richiede interventi straordinari e immediati, capaci di far fronte ad una nuova emergenza”.
Parole della Confagricoltura, alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite, e che “ricade quest’anno nel periodo più difficile per la mancanza di piogge e per una straordinaria secca del Po che ha spinto tante organizzazioni territoriali di Confagricoltura a chiedere in molti casi lo stato di calamità naturale”.
La Confagricoltura sta raccogliendo le segnalazioni: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, ma anche Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Trento sono fortemente preoccupate per la drammatica situazione che si sta verificando. Persino le compagnie assicurative non contemplano più il rischio siccità tra i servizi riconosciuti. In Piemonte per orzo e grano si parla di una riduzione della produzione del 30%. Le semine del mais si sono ridotte a favore di colture meno esigenti dal punto di vista idrico, quali sorgo e girasole. A rischio anche la coltivazione del pomodoro da industria. Soffrono pure la vite e il nocciolo. I pascoli sono allo stremo. In Lombardia, in provincia di Pavia, si sta trinciando il mais, con raccolti del 70 % in meno rispetto a quanto si raccoglierebbe ad agosto, pur di non compromettere del tutto la produzione che rischia di non essere più recuperabile. Il balzo dei costi di irrigazione colpisce il comparto frutta. In Emilia Romagna dare acqua ai frutteti costerà in media 430 euro a ettaro soltanto di energia elettrica. Nel 2020 la stessa voce di spesa si attestava a 92 euro. Il quadro, continua Confagricoltura, si fa più allarmante se si osservano i fabbisogni idrici previsti per portare a termine la campagna frutticola nella stessa regione. Per albicocche, ciliegie, pesche e susine bisogna erogare ancora il 70% dei volumi d’acqua richiesti; per pere e mele l’88%, e si è appena all’inizio della stagione, con il livello del Po al minimo storico, quindi senza scorte. Segnali di criticità arrivano anche da altre regioni del Centro e Sud Italia, a testimonianza che siamo di fronte a un evento di portata eccezionale.
E l’emergenza non è solo italiana: in Francia e in Europa centrale ci sono analoghe segnalazioni. Confagricoltura è in contatto con le organizzazioni professionali degli altri Paesi per valutare eventuali iniziative in sede europea: le imprese agricole, già messe a dura prova dall’instabilità economica per la situazione geopolitica e due anni di pandemia, sono al collasso. Confagricoltura chiede, pertanto, al Governo di mettere in atto le misure più adeguate e urgenti per rispondere all’emergenza, e, contestualmente, sollecita l’Esecutivo a far partire gli interventi infrastrutturali, già finanziati e in avanzato iter procedurale, capaci di aumentare la resilienza dei territori e far fronte a una situazione climatica che non si prevede migliore nei prossimi anni.
Intanto, a livello governativo, è arrivata la lettera che il Sottosegretario alle Politiche Agricole (con delega al vino), Gian Marco Centinaio, ha scritto al Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ed al Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, sollecitando un loro intervento urgente a fronte della gravissima crisi idrica causata dalla forte riduzione di precipitazioni piovose e nevose che sta colpendo in particolare Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. “Richiedo un vostro autorevole e urgente intervento - scrive Centinaio - per affrontare la drammatica emergenza ambientale, agricola, economica e sociale che non ha precedenti nella storia recente. È necessario adottare azioni concrete, immediate, e non più rinviabili, per tentare il salvataggio dei già compromessi raccolti e della produzione alimentare”. Secondo il sottosegretario “Occorrono misure straordinarie per approvare la dichiarazione di stato di emergenza nelle Regioni interessate e governare in modo unitario e coordinato le scarse risorse idriche disponibili, costituendo un Comitato Operativo alla Presidenza del Consiglio, con la partecipazione di rappresentati di tutte le Istituzioni, le realtà operative e organizzazioni agricole”. “Poiché l’ultima acqua disponibile per assicurare alle aziende agricole almeno parte dei raccolti è quella accumulata nei serbatoi idroelettrici alpini - ricorda inoltre Centinaio - è quanto mai necessario garantire lo schema delle “priorità degli utilizzi” disciplinato dal Testo Unico Ambientale, giungendo ad un accordo con i gestori stessi per l’immediato rilascio delle acque disponibili, anche in deroga agli attuali protocolli. Il rilascio coordinato su tutto il bacino padano - prosegue - potrà servire anche a contrastare la risalita del cuneo salino in atto alla foce del fiume Po”. Infine il sottosegretario ritiene “indispensabile un monitoraggio generale della situazione per accertare i danni aziendali” e “l’individuazione di idonee coperture finanziarie per ristorare i danni patiti dalle imprese agricole in conseguenza della siccità”.

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