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ATTUALITÀ

Agroalimentare, export da record a 52 miliardi. Ma la minaccia “Italian Sounding” cresce

Analisi Assocamerestero: sono oltre 600 i prodotti interessati dal fenomeno rilevati tra Australia, Brasile, Polonia e Russia
ASSOCAMERESTERO, CIBO, ITALIAN SOUNDING, MADE IN ITALY, Non Solo Vino
Italian Sounding, fenomeno in crescita. La ricerca di Assocamerestero

Nonostante un settore che viaggia spedito, a colpi di primati, l’agroalimentare italiano deve continuare a fare i conti con un fenomeno ormai “ingombrante” che attacca l’originalità del made in Italy. Sono infatti oltre 600 i prodotti Italian Sounding rilevati dalle 7 Camere di Commercio Italiane all’Estero presenti in Australia (Melbourne, Sydney), Brasile (Belo Horizonte, Rio de Janeiro, San Paolo), Polonia (Varsavia) e Russia (Mosca) proprio mentre l’agroalimentare italiano è uscito rafforzato dalla crisi generata dalla pandemia, con le esportazioni che, nel 2021, hanno raggiunto il record storico del +11,1%, per un valore di 52 miliardi di euro. Numeri emersi da una ricerca Assocamerestero che ha monitorato l’andamento e la diffusione del fenomeno nei propri mercati di riferimento, evidenziando un consistente abbattimento dei prezzi al consumo di prodotti “Italian Sounding” rispetto al prodotto originale italiano reperibile nei quattro Paesi coinvolti.
Le limitazioni dovute alla pandemia hanno, quindi, favorito le imitazioni locali spingendo i Paesi esteri a sostituire i prodotti italiani con quelli “Italian Sounding”, utilizzando denominazioni, colori e immagini con evidenti richiami all’Italia, pur non appartenendo affatto a produzioni tipiche del nostro Paese.
L’indagine si inserisce all’interno del Progetto True Italian Taste, promosso e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri.
La categoria più colpita riguarda i prodotti lattiero-caseari (23,6%), seguita dalla pasta (22,8%), prodotti a base di carne (16,3%) e bevande (13,6%) con il vino e gli spumanti a detenere l’incidenza maggiore all’interno del comparto beverage (11,5%). I condimenti “Italian Sounding” (sughi, conserve, olio, aceto ...) hanno registrato un livello di diffusione superiore in Brasile (quota 14,5%) e in Polonia (10,5%) seguite dall’Australia (7,4%).
“Il record storico di 52 miliardi di euro messo a segno nell’ultimo anno dalle esportazioni del comparto agroalimentare evidenzia la forte capacità competitiva dei prodotti italiani, che sono riusciti a conquistare i mercati internazionali nonostante le restrizioni relative agli scambi commerciali”. A sottolinearlo è Gian Domenico Auricchio, presidente Assocamerestero, che poi aggiunge: “se da un lato l’attenzione dei consumatori si è spostata verso la qualità, la sicurezza e la sostenibilità dei prodotti favorendo il consumo di quelli made in Italy, in particolare delle produzioni certificate, dall’altro i limiti imposti dalla pandemia hanno, purtroppo, favorito in molti Paesi la proliferazione dei prodotti Italian Sounding. Per questo le Camere di Commercio Italiane all’Estero continuano a condurre una costante azione sui territori esteri per sensibilizzare il consumatore al consumo e all’acquisto dell'autentico prodotto italiano”.

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