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EFFETTO RINCARI

Aumentano i prezzi ma non quelli per gli agricoltori: “si paga più la bottiglia che il pomodoro”

Coldiretti lancia un nuovo allarme: “i compensi non riescono neanche a coprire i costi di produzione”. E le campagne rischiano di essere abbandonate
AGRICOLTURA, Coldiretti, ENERGIA, PREZZI, Non Solo Vino
Il pomodoro vale meno della bottiglie in cui viene venduto

Aumenta tutto fuorché i prezzi riconosciuti agli agricoltori che fanno fatica a gestire una situazione che appare sempre più difficile. Un caro bollette che interessa tutta la filiera e che fa scattare appelli e allarmi, ormai quotidiani, dalle associazioni di categoria. Confagricoltura nei giorni scorsi ha sottolineato come ci siano aumenti che superano addirittura il 200% in molti dei fattori di produzione, tanto che c’è chi sta pensando addirittura di fermarsi o di orientarsi nelle produzioni meno dispendiose. Anche il vino rientra in questo scenario di aumenti incontrollati con il rialzo dei costi delle materie prime, come vetro (per la produzione di bottiglie), carta (per la produzione di etichette) ed energia elettrica, tanto che secondo l’indice dei prezzi del vino sfuso Bmti-Unioncamere si registra un aumento annuo del +18,7% (+1,1% su dicembre 2021) anche se sul dato pesa la scarsa quantità di uve raccolte nella scorsa vendemmia e la riapertura della ristorazione dei mesi scorsi, dopo le chiusure a causa della pandemia.
Un rincaro che ovviamente tocca anche gli imballaggi tanto che ormai si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto. Ad affermarlo è la Coldiretti per la diffusione dei dati Istat sull’inflazione a gennaio che evidenziano un aumento del 4,8% con un balzo del 38,6 % per l’energia e del 3,6 % alimentari. Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette, ha sottolineato Coldiretti, sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento: dalla plastica per i vasetti, all’acciaio per i barattoli, dal vetro sempre per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi.Il risultato è che in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.
Dunque “se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori - denuncia Coldiretti - non riescono, neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali. Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori, ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi” (analisi Coldiretti su dati Ismea). E il rischio, sempre più concreto e che spaventa, è quello di abbandonare le campagne, non più redditizie, con un effetto pesante per il settore agroalimentare, uno dei motori economici trainanti del Belpaese.

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