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BIOTERRORISMO: OTTO MESI DI PROROGA PER LE AZIENDE CHE ESPORTANO IN USA. LO HA DECISO LA FOOD & DRUG ADMINISTRATION'S

Italia
Vini, stop per la legge sul bioterrorismo

Grazie anche all’azione di Confagricoltura, l'organizzazione più importante tra le organizzazioni delle imprese agricole, che nei gionri scorsi aveva portato all’attenzione delle istituzioni nazionali e comunitarie sui problemi legati all’entrata in vigore della legge sul bioterrorismo, la Food and Drug Administration’s ha previsto una “proroga di fatto” di 8 mesi per gli adempimenti a carico delle imprese esportatrici imposti dal Bioterrorism Act.

“Fino al 12 agosto 2004 – spiega Confagricoltura - non saranno applicate sanzioni per le aziende che non ancora si sono registrate né sarà bloccata in dogana la merce di cui non si è mandata la notifica di preavviso”. In questo periodo la Food and Drug Administration’s e la Customs and Border Protection's realizzeranno delle iniziative di comunicazione ed educazione indirizzate a coloro che non sono ancora informati correttamente in modo che gli stessi possano prendere provvedimenti per conformarsi alle relative disposizioni di legge.

La Confagricoltura spiega quindi che la legge sul bioterrorismo prevede tre adempimenti: il primo, la registrazione di tutte le aziende che producono, confezionano o detengono alimenti destinati al consumo umano o animale e che intendono esportare negli Usa presso la Food and Drug Administration; il secondo, una notifica preventiva (prior-notice) di ogni carico inviato, da inoltrare nel periodo immediatamente precedente l’esportazione; il terzo, ciascuna impresa che intenda esportare negli Usa, dovrà indicare all’Amministrazione il nome di un agente di riferimento fisicamente presente negli Stati Uniti (istituzione pubblica o soggetto privato non necessariamente di cittadinanza americana, ma residente negli Usa).

La Confagricoltura sottolinea l’importanza degli scambi agroalimentari tra Italia e Stati Uniti: come confermano anche i dati recenti, la bilancia commerciale è largamente positiva, per quasi 1,4 miliardi di euro grazie, soprattutto, ai prodotti tipici del nostro “made in Italy”, come vino, olio, formaggi e pasta.

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