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Bordeaux en primeur annata 2001: uno degli appuntamenti del vino più attesi ed affascinanti dell'anno
di Michèle Shah

Per chi è appassionato di vini francesi l’evento annuale di Bordeaux en primeur è forse uno degli appuntamenti del vino più attesi e affascinanti dell’anno. Che cos’è Bordeaux en primeur? E' una settimana di full immersion nel mondo vitivinicolo bordolese. In questa settimana, Bordeaux apre le porte a migliaia di esperti del settore, tra cui importatori, commercianti, ristoratori, collezionisti e giornalisti, giunti da ogni parte del mondo. Il tutto viene organizzato dall'Union des Grands Crus de Bordeaux.

Quello che rende Bordeaux unico è che il vino non è mai uguale di annata in annata, questa è la particolarità e fascino di questo vino. Quì a Bordeaux il business del vino equivale ad un settore di investimento; lo si guarda e lo si studia quasi come un titolo in borsa. Unica la sua tradizione di vendita ‘en primeur’, attraverso una rete di négociants.

Si dice che il 2001 è un’annata da bere più che da invecchiare e conservare come investimento. Anche i produttori stessi dicono che non ha la ‘classicità’ del 2000, caratterizzata da vini corposi, strutturati, fruttati ma anche austeri, con grande eleganza e persistenza, che gli conferivano un potenziale di invecchiamento a lungo termine. Comunque, l’annata 2001 è andata più che bene visto che il clima durante l’anno e stato piùttosto bizzarro, non sempre favorevole. Fortunatamente il mese di agosto è stato ottimo e ha permesso alle uve di arrivare a una buona maturazione, anche se un po’ tardiva. Naturalmente chi ha lavorato bene in vigna, con ampie potature verdi, ha visto premiato la propria produzione.

I rossi del 2001 sono vini fruttati, aromatici con colori intensi, e tannini compatti, alcuni vini sono molto eleganti, anche se mancano la profondità, la struttura e la persistenza di un annata classica. Personalmente ho trovato i vini di St-Emilion (base Merlot e Cabernet Franc) molto buoni, fruttati e rotondi con buona persistenza. Anche i vini del Médoc, (Cabernet Sauvignon) di St-Julien, St-Estèphe, e Pauillac risultano migliori di altre zone come La Haut-Médoc, Pomarol e Pessac-Léognan. Non si può veramente dire che sia stata un’annata della rive droit o della rive gauche. In ogni zona ci sono vini buoni e meno buoni. Dove si trova quasi sempre una qualità costante è nei vini dei grandi terroir, come nei Châteaux dei Premiers Grands Crus Classés; Haut Brion, Latour, Lafite, Cheval Blanc e Mouton Rothschild, per elencarne alcuni che riflettono la classicità dei grandi bordolesi, ricchi di complessità ed eleganza.

Nella zona di Pessac-Léognan, rinomata per la produzione di vini bianchi, la qualità è molto omogenea. I vini sono ben strutturati, aromatici, con freschezza e buoni livelli di acidità. L’annata 2001 è stata avvantaggiata da un clima più fresco verso la fine di agosto che ha favorito i componenti aromatici, quasi tutte le uve sia quelle di Sauvignon Blanc sia le uve di Sémillon hanno un ottimo equilibrio tra acidità e zucchero.

Se c’è un vino da esaltare quest’anno è il Sauternes. L’annata 2001 è strepitosa. Le condizioni sono state molto favorevoli, specialmente per la muffa nobile che è indotta dall’umidità delle nebbie mattutine. Le favorevoli condizioni climatiche di ottobre hanno assicurato una racolta perfetta.

In questi cinque giorni ho degustato 160 campioni freschi di botte, visitato gli châteaux, parlato con i produttori e i winemakers per farmi un’idea dell’annata, e ho riscontrato anche una forte speculazione sui prezzi che nell’annata precedente hanno raggiunto dei limiti non sostenibili per il mercato. Quest’anno si parla di ridimensionarli notevolmente: vedremo cosa accadrà a maggio, il periodo in cui avvengono le prime quotazioni. In più, un gruppo di top traders inglesi - tra cui Berry Bros & Rudd, Lay & Wheeler, Farr Vintners e il Wine Society - ha scritto una lettera aperta, indirizzata ai négotiants e agli châteaux avvisandoli che se i prezzi aumenteranno per il 2001, si potrebbe anche arrivare a boicottare l’aquisto dei vini bordolesi.

Come farebbero gli inglesi appassionati del claret francese se venisse bruscamente interotta per banali motivi economici questa tradizione secolare che ha avuto inizio dal Trecento, grazie al Duca d’Aquitaine?

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