Il carrello della spesa degli italiani continua a risentire del caro-prezzi e dell’inflazione: diminuisce del 3,3% la quantità di prodotti alimentari acquistati, mentre invece fanno un balzo (+9,7%) le vendite di cibo low cost nei discount. Emerge da un’analisi di Coldiretti, su dati Istat, nei primi 9 mesi 2022 (sullo stesso periodo dell’anno precedente).
Un risultato che evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Gli italiani vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3x2 si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti, dalle vendite sottocosto ai buoni spesa.
L’intera filiera agroalimentare è sotto pressione, a partire dall’agricoltura dove si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, passando dal +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma gli aumenti riguardano anche l’alimentare, con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica.
“Bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese - afferma il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - La filiera agroalimentare vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio”.
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