Il paese che non ti aspettavi, Singapore è una stella piccola ma luminosa nel cosmo dei consumatori vino italiano. Ovviamente, stiamo parlando di cifre pre-Coronavirus e di dati export che, come in ogni altra parte del mondo, nel futuro saranno soggetti a come si risolverà la crisi.
Fatto sta che i vini rossi italiani sono i più presenti nelle wine list dei ristoranti di Singapore, sia nella classifica dedicata ai territori che quella dedicata alle griffe. Come riportato dall’analisi di Mibd, agenzia di ricerche e analisi di marketing specializzata principalmente nei numeri del vino nei mercati internazionali, che si è occupata di sondare 100 ristoranti nel paese asiatico. Al primo posto assoluto della classifica dei territori rossisti più presenti si trova il Chianti Classico, seguito da Igt Toscana al secondo posto. Terzo posto per il Barolo, seguito da Marlborough e dal Brunello di Montalcino, al quinto posto. Nei primi quindici posti è presente anche, al quattordicesimo posto, il Barbaresco.
Italiani in testa anche nella classifica delle griffe più presenti nelle carte del vino; primo posto per Tenuta San Guido, forte del Sassicaia, secondo posto per Chateau Pichon Longueville Comtesse de Lalande, terzo per Cloudy Bay (il Tignanello della Marchesi Antinori è quinto). Nella classifica sono presenti anche Gaja, settimo posto, e Antinori al decimo, presente anche col Solaia al tredicesimo.
Sempre secondo i dati forniti da Mibd, Singapore è un paese in una buona condizione dal punto di vista economico, con una popolazione di circa cinque milioni e mezzo di persone e uno dei Prodotto Interno Lordo (Pil) più alti del mondo, con 64.000 dollari pro capite. Il mercato del vino, in questo piccolo stato asiatico, ha un valore complessivo stimato in 1,2 miliardi di dollari (dato 2018), con una crescita annuale costante del 5,7% per il periodo 2013-2018 e una previsione (Corona virus a parte, ndr) del +7% fino al 2023.
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