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FOOD & FUTURE

Cibo vegetale contro la crisi climatica, dalle Università un appello per mense più sostenibili

Oltre 80 professori e ricercatori di 26 atenei hanno aderito alla lettera di “MenoPerPiù” che chiede di sostenere la richiesta di oltre 8.000 studenti
CIBO, CLIMA, MENSE, UNIVERSITA, Non Solo Vino
Una mensa (ph: Romain Del Buono da Pixabay)

Un mondo più sostenibile passa anche dalle scelte alimentari e dalla sensibilizzazione su questo tema. Un cambiamento in cui la scuola può avere un ruolo fondamentale. Non a caso oltre 80 professori e ricercatori di 26 Università italiane hanno aderito alla lettera aperta, promossa da “MenoPerPiù”, il progetto per l’alimentazione sostenibile di “Essere Animali”, organizzazione fondata nel 2011 che si batte per i diritti animali, che chiede di sostenere la richiesta di oltre 8.000 studenti italiani per mense universitarie più sostenibili.
Il ruolo delle mense universitarie è cruciale: con un bacino potenziale pari a 1,8 milioni di iscritti negli atenei italiani, il pranzo in mensa rappresenta un’opportunità di intervento senza paragoni per migliorare la salute pubblica, frenare la crisi climatica, centrare gli obiettivi dell’Agenda 2030 ed educare alla corretta alimentazione. Nella lettera si chiede di intraprendere un percorso di transizione nelle mense universitarie con l’obiettivo di rendere il 50% dei menu vegetali, in linea con l’approccio One Health. L’iniziativa è collegata alla campagna “Mense per il Clima” promossa da “MenoPerPiù”, che, ad ottobre, ha lanciato una petizione per chiedere menù più vegetali negli atenei italiani per frenare la crisi climatica.
Nel 2022 “MenoPerPiù” ha collaborato con l’Università di Firenze per promuovere l’alimentazione a basso impatto ambientale, creando un menù vegetale per una serata di sperimentazione presso la mensa di Novoli. Servire cibo vegetale a 250 persone ha comportato un risparmio di 439 Kg di CO2 rispetto al menù tradizionale, con un calo di emissioni del 75% di gas serra. Esperienza simile che è stata ripetuta proprio questa settimana, nella “Green Week” dell’Università di Firenze per la Giornata della Terra, con una cena 100% vegetale servita il 19 aprile a 450 persone.
Anche in questo caso la scelta di un menù a base vegetale ha comportato un risparmio del 60% di CO2eq sul menù originale e del 20% di acqua, pari a 2591 km in auto (Firenze-Berlino andata e ritorno in macchina) e acqua da bere per un anno per 133 persone. Secondo gli studi scientifici, ha spiegato “Essere Animali”, la produzione di proteine animali sfrutta l’83% delle terre agricole globali, fornendo solo il 18% del fabbisogno calorico e il 37% del fabbisogno proteico, e al tempo stesso, il settore zootecnico è responsabile del 15% delle emissioni di gas climalteranti, di un consumo significativo delle risorse idriche (che comporta una situazione critica anche a livello nazionale, mettendo in relazione la siccità e l’acqua necessaria per irrigare i campi coltivati a mangime), della generazione di particolato atmosferico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento di terreni e acque di falda con nitrati e metalli pesanti.
Per “Essere Animali”, se i Paesi più ricchi come l’Italia riducessero il loro consumo di carne almeno della metà, il settore agricolo diminuirebbe le proprie emissioni del 61% e meno terra verrebbe utilizzata per coltivare soia e altri mangimi. Un’area più grande di tutta l’Unione Europea potrebbe ritornare al suo stato naturale, con piante selvatiche e alberi in grado di catturare almeno 100 miliardi di tonnellate di CO2 dall’atmosfera entro il 2100. “Effettuando una transizione verso sistemi alimentari giusti e sostenibili, con menù a base vegetale, - spiega Valentina Taglietti, responsabile food policy di “Essere Animali” e “MenoPerPiù” - le Università italiane e gli enti a essa collegati non solo assicureranno un futuro ai loro studenti, ma potranno anche fare la loro parte per garantirlo al resto dell’umanità, degli animali e del pianeta. Esempi come Berlino, Cambridge, Goldsmith e University of London, dove si stanno già sperimentando nuovi menù a minore impatto ambientale, indicano una chiara via da seguire. Con questa lettera abbiamo voluto mostrare che non sono solo gli studenti a chiedere attenzione per l’ambiente nei menu della mensa e che è ora di attivarsi, e noi saremo pronti ad accompagnare e supportare tutti gli atenei interessati a rendere la propria ristorazione sempre più sostenibile”.

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