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COME TI RICICLO LA NOTIZIA ... PER PROMUOVERE LA SETTIMANA DEL SAGRANTINO "MAGHI DELLA COMUNICAZIONE" TIRANO FUORI DAL CILINDRO LA VECCHIA IDEA DELL'ITINERARIO URBANO DELLE VITI STORICHE DI MONTEFALCO LANCIATA NEL ’99 DA CAPRAI

Italia
Montefalco

Non è il famoso mago Houdini, non è l’imperturbabile mago Silvan, non è l’affascinante mago David Copperfield. Assomiglia più al mago Casanova di Striscia la Notizia o al mago Forrester preso in giro dalla Gialappa’s: si tratta del mago della comunicazione che per lanciare la Settimana del Sagrantino di Montefalco ha tirato fuori dal cilindro un’idea risalente addirittura al 1999, lanciata per di più dal vignaiolo Marco Caprai, ovvero l’itinerario urbano delle vecchie viti di Montefalco.
Una proposta che allora cadde nel vuoto, dimenticata per anni in un cassetto, mentre intanto le antiche viti della cittadina umbra, compresa una pianta risalente alla fine del Settecento, si ammalavano, morivano, venivano lesionate irrimediabilmente dai lavori di manutenzione delle strade, nell’indifferenza generale. Finchè, nell’anno di grazia 2005, forse perché ci si è accorti che in fondo si trattava di una buona idea, forse perché non c’erano altre lampadine accese per illuminare l’evento in questione, ecco che si rilancia l’itinerario urbano del vino come se fosse una grande novità, con tanto di roboanti comunicati stampa. Non solo: si tira in ballo persino la supervisione scientifica della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, riportando al presente dichiarazioni rilasciate ben 6 anni fa da Leonardo Valenti, professore dell’ateneo lombardo.
Proprio il professor Leonardo Valenti ha confermato oggi a WineNews di aver rilasciato quelle dichiarazioni molto tempo fa, sottolineando che certe cose era meglio farle a suo tempo, non adesso quando forse è ormai troppo tardi. E per fortuna che Marco Caprai si è mosso autonomamente, collaborando fin dal 1990 con l’Università di Milano per la selezione clonale del Sagrantino: è stata proprio la sua azienda a commissionare e a pagare per tutti questi anni gli studi sul Dna del vitigno umbro.
Nella cantina Caprai esiste da tempo perfino un vigneto sperimentale in cui si è creata la banca genetica del Sagrantino e grandi risorse dell'azienda - oltre 1 milione di euro - sono state investite per tracciare il patrimonio colturale di questo antico vitigno umbro.
La comunicazione di Montefalco suscita allora un’amara riflessione: possibile che ormai nel mondo del vino si sia talmente a corto di buone e nuove idee da dover raschiare nei vecchi barili? Possibile che le amministrazioni pubbliche debbano sempre sfruttare l’effetto-traino del privato? Possibile che in Italia basti passare una nuova mano di vernice fresca per mascherare incurie e negligenze? Chissà se i maghi della comunicazione hanno una risposta anche per questo.

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