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GUIDE & RICONOSCIMENTI

“Con il Sagrantino è stato straordinario”: a Marco Caprai il “Premio alla Carriera” by “Falstaff”

La consegna da parte della più importante rivista tedesca di settore nella cerimonia della “Wein Guide Italien” 2025 nella cantina di Eataly Monaco

Tutta “colpa del Sagrantino, varietà attorno alla quale circolano ancora oggi molti miti”: tradizionalmente “veniva vinificato come vino dolce con una dolcezza residua evidente, per ammortizzare la struttura massiccia dei tannini. Il risultato era un affascinante gioco tra dolcezza e note amare, un vino dolce opulento”, perfetto in abbinamento a molti piatti medievali. “Ma il Medioevo era finito, i vini dolci non erano più di moda e tutti volevano vini secchi e soprattutto economici”. Marco Caprai “non si lasciò scoraggiare, piantò Sagrantino e iniziò a produrne di secchi e potenti. Negli anni Novanta tutti chiedevano vini di potenza, e il Sagrantino era il vino del momento. Con il suo Collepiano conquistò gli esperti e nel 1996 alzò l’asticella con il 25 anni”. Ma, lungimirante, capì anche che il boom sarebbe finito, “e lavorò per rendere il Sagrantino più raffinato ed elegante”, chiamando, nel 2015, a Montefalco l’enologo più influente della sua epoca: Michel Rolland, che “ha sviluppato una vinificazione integrale specifica per il Sagrantino, che ha permesso di dare al vino più frutta e rendere i tannini più morbidi”. Ma non è certo diventato “un vino facile e ruffiano”, e la sua espressione più significativa “è lo Spinning Beauty”. È la storia della rinascita e del rilancio del Sagrantino di Montefalco alla ribalta internazionale per opera di Marco Caprai, alla guida dell’azienda di famiglia Arnaldo Caprai, che, nei giorni scorsi, ha ricevuto il Premio alla Carriera da “Falstaff”, la più importante rivista nella comunicazione enogastronomica, travel e design nei Paesi di lingua tedesca, nella presentazione della “Wein Guide Italien” 2025, curata da Othmar Kiem e Simon Staffler (che hanno da poco lanciato anche “Falstaff Italia”) nella cantina di Eataly a Monaco.
Nelle pagine della guida si legge come “di solito riconoscimenti di questo tipo vengono assegnati alla fine di una lunga carriera lavorativa. Con i suoi 60 anni, Marco Caprai non è sicuramente alla fine della sua attività creativa. Ma nei quasi quarant’anni dedicati al vino, ha realizzato qualcosa di straordinario. Il nome di Marco Caprai e della cantina Arnaldo Caprai a Montefalco, in Umbria, è indissolubilmente legato al Sagrantino di Montefalco. Il Sagrantino è considerato la varietà d’uva con il più alto contenuto di tannini al mondo e negli anni Settanta, a causa della sua bassa resa e della struttura generosa dei suoi vini, era quasi caduto nell’oblio. Caprai ha riportato in auge il Sagrantino. In origine, però, tutto era iniziato in modo molto diverso. Marco aveva studiato scienze politiche e non aveva molto a che fare con il vino e la viticoltura. Tuttavia, c’era la tenuta Val di Maggio, che suo padre, l’imprenditore tessile Arnaldo Caprai, aveva acquistato all’inizio degli anni Settanta. Dopo qualche esitazione, Marco iniziò comunque a lavorare nella tenuta e si occupava inizialmente soprattutto della gestione. Ma presto fu colto dall’ambizione”.
“Un riconoscimento bellissimo - ha detto Caprai (accanto a quelli di “European Winery of the Year” 2012 da “Wine Enthusiast”, come “Modello della Sostenibilità” da Expo Milano 2015, e Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il progetto che, con la Caritas, supporta i migranti tra le vigne, premiato anche dall’Onu, ndr) - che premia un impegno lungo 40 anni non solo mio, ma di tutti i nostri collaboratori”.

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