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BRUXELLES-LONDRA

Confagricoltura: la Brexit è sempre più vicina e i dazi minacciano l’agricoltura europea

Il Consiglio Europeo chiamato a decidere sulla proroga, in caso contrario alla Gran Bretagna converrà importare dai Paesi extra-Ue
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La Brexit, vicina ed inevitabile

Tempo scaduto, o quasi. Bruxelles, alla vigilia del Consiglio Europeo in cui la premier britannica Theresa May dovrebbe presentare la richiesta ufficiale di una proroga alla Brexit, dopo che il Parlamento di Londra ha di fatto sbarrato la strada ad ogni accordo tra Gran Bretagna e Ue, sembra spazientita dai tira e molla con Westminster, e con il 29 marzo sempre più vicino la possibilità di una uscita senza accordo è ancora sul tavolo, più ingombrante, e preoccupante, che mai. Per tanti settori economici, infatti, il Regno Unito è mercato di fondamentale importanza, a partire da quello agricolo che, come ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, “a livello europeo ha una visione unitaria: il recesso senza accordi del Regno Unito dalla UE avrebbe conseguenze devastanti per il settore. Un recesso senza regole comporterebbe il ripristino dei controlli doganali, veterinari e di natura fitosanitaria. Gli scambi commerciali subirebbero quanto meno un immediato e vistoso rallentamento”, ha aggiunto Giansanti. E questo vale in primis per il made in Italy, che sul mercato britannico, il terzo a livello europeo, vanta un giro d’affari da 3,4 miliardi di euro l’anno, e dove, dal 2007, il fatturato è in costante incremento nonostante le crisi economiche e le oscillazioni valutarie.
Inoltre, secondo le decisioni rese note dal governo di Londra, il 13 marzo, nell’eventualità di una “hard Brexit”, alcune importazioni dall’Unione sarebbero assoggettate a dazi doganali tali da comprometterne la competitività sul mercato britannico rispetto ai Paesi extra-UE. “A rischio - ha ricordato il presidente di Confagricoltura - le nostre esportazioni di formaggi grattugiati (Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorini) e non solo. Pesanti contraccolpi sono da mettere in preventivo a livello europeo per le carni bovine, suine e per i prodotti lattiero-caseari, con effetti di riduzione dei prezzi per gli allevatori in tutti gli Stati membri. In quest’ottica - ha proseguito Giansanti - chiediamo ai capi di Stato e di governo l’indicazione a mobilitare aiuti d’emergenza dell’Unione a favore del mondo agricolo nel caso di hard Brexit”.
“La nostra agricoltura sarebbe tutelata in modo adeguato dall’entrata in vigore del progetto di accordo di recesso, già approvato dal Consiglio europeo lo scorso novembre e, al momento, bocciato dalla Camera dei Comuni, a Londra. Grazie anche all’efficace lavoro svolto dalla delegazione italiana - ha puntualizzato Giansanti - sarebbero assicurati la stabilità degli scambi commerciali e il riconoscimento delle indicazioni geografiche e di qualità fino al 31 dicembre 2020. In alternativa - ha concluso Giansanti - risulterebbe utile una proroga non breve della Brexit, per scongiurare la destabilizzazione degli scambi e per avere il tempo di negoziare le future relazioni commerciali bilaterali sulla base di un accordo di libero scambio”.

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