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Corriere della Sera

Il vino dei nativi, la terza via di Ibizia … Tra hippie e discoteche l'isola riscopre un'altra dimensione: la terra. Storia della famiglia Riera e delle sue bottiglie biologiche... Niente è più trasgressivo di un vignaiolo ad Ibiza. Al Las Dalias, il bar contadino dell’era hippie, un sosia di Tom Waits fa colazione assieme a un’androgina stile Grace Jones, con orecchini cerchiati grandi come la sua necessità di esibirsi. Al bar Anita un milanese in rosa, lunghi capelli bianchi e pizzetto annodato in una treccia stopposa, fa proclami a tavola contro “il sistema che non ti consente di isolarti nemmeno in un’isola”. I minima moralia degli anni 70 sopravvivono accanto alle discoteche da 10 mila posti e ai buttadentro dei club. Da una parte peace-and-love e selfie con frichettoni fuori tempo massimo. Dall’altra le orde della house music. Tra questi due mondi paralleli e distanti, ne esiste un terzo. Quello dei nativi che hanno ripreso la terra. Cercando l’altra anima di Ibiza si finisce in una vigna. A tre chilometri da Sant’Antonio, una finca ottocentesca bianca è la casa-cantina della famiglia Riera. Ci siamo arrivati seguendo le tracce di una bottiglia di Blanco (Malvasia e Chardonnay), un vino semplice e generoso, servito con pescado e riso speziato usciti da un pentolone sul fuoco vivo in un ex capanna di pescatori senza pareti, davanti alle onde di Cala Mastella. Can Rich è il nome sull’etichetta. É una delle quattro aziende vinicole dell’isola, l’unica biologica. Stella Gonzales, vignaiola e moglie del proprietario, mostra 17 ettari di futuri grappoli (“un altro vigneto di uguali dimensioni circonda la finca Can Llaudis del Parque Natural de ses Salines”) e racconta, girando tra cisterne e barriques francesi. “Prima qui si coltivavano soprattutto cereali. Tutti aveva una vigna, il vino si usava in famiglia. Nel 1995 mio suocero decise di piantare Malvasia e Monastrell, i vitigni locali. Sotto la finca abbiamo costruito la cantina. Così ha iniziato a farsi largo anche ad Ibiza la cultura del vino”. Da Barcellona è arrivata un’enologa, Blanca Ozcaris. E sono arrivati anche i premi. Gli ultimi: due medaglie d’oro a Cordova, alla fiera dei vini bio. La prima per l’Ereso, fruttato e sapido, nitida Malvasia mediterranea affinata in barrique (13 euro, il Blanco a 7). La seconda per il rosso Lausos, un Cabernet Sauvignon (19 euro). Il Metodo classico Blanc de Blancs (13 euro) è stato votato come “uno de los tres mejores espumosos de España” al Vinum Nature di Barcellona. “Produciamo 60 mila bottiglie, esportiamo nel Nord Europa”, spiega Stella. Da bambina andavo al mare con mamma, accanto agli hippies. Nessuno si dava fastidio. Negli Anni 90 sono iniziati gli eccessi. Preferivo l'Ibiza selvaggia. Anche se il turismo di massa ci ha portato vantaggi. Molte parti dell'isola sono rimaste intatte: boschi, mare, silenzio. Un'Ibiza antica e nuova, anche grazie al ritorno alla terra dei vignaioli”.

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