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Arriva Vinitaly e a ottobre la fiera sbarca negli Usa…Negli Stati Uniti Veronafiere lancia l’evento “Vinitaly Usa”, l’ad Maurizio Danese: “Spingeremo al massimo sull’accelleratore, sull’estero le fiere italiane devono lavorare di più e aumentare il fatturato” … Una Vinitaly sempre più internazionale, sia in casa - con la presenza crescente di produttori dall’estero - sia in trasferta - con eventi ad hoc, organizzati nelle piazze più strategiche per l’export. A partire da “Vinitaly Usa”: è questa la novità in casa Veronafiere. Un evento che, dopo un’edizione zero che si è svolta a Chicago lo scorso ottobre, dal prossimo autunno diventerà un appuntamento fisso sul calendario dei wine expert mondiali. Intanto, dal 14 al 17 aprile a Verona potremo goderci la Vinitaly tricolore, pronta a sbarcare, nella sua 56esima edizione, in un quartier generale di 17 padiglioni: un ampio spazio che accoglierà oltre 4mila cantine, a cui si aggiungono aziende provenienti da più di 30 nazioni. Basti dire che la Francia ha raddoppiato le imprese e la superficie espositiva rispetto al 2023. Business e internazionalità: queste le parole chiave dell’expo veronese. Lo conferma a Il Gusto l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese: “Manteniamo alta l’attenzione sulla fiera Wine to Asia e su Wine South America in Brasile, mentre intendiamo investire in maniera importante sugli Stati Uniti, in particolare sul Midwest, area strategica per consumi e vendite di vino italiano. Negli Usa non ci sono grandi fiere di settore perché non è facile organizzarle, ma lo scorso anno siamo riusciti a creare, in partnership con la Camera di Commercio di Chicago, un evento embrionale che dal prossimo ottobre diventerà Vinitaly Usa, il primo con questo nome. Lì spingeremo sull'acceleratore, faremo le cose in grande. Lo scorso anno per l’evento di Chicago siamo partiti tardi, ma c’è stata grande risposta e abbiamo portato 200 aziende. Ora abbiamo tempo e vedremo dove si arriverà come numero di cantine e come quota da investire. La camera di commercio di Chicago seguirà la parte operativa, a partire dalla comunicazione con i buyer, noi ci occuperemo degli allestimenti tramite la nostra azienda Intex che ha sede a Las Vegas”. Gli Usa sono il mercato principe del vino italiano: in questi giorni il format di Vinitaly Roadshow è sbarcato a Houston e New York. Tappe inserite in una tournée mondiale in 17 appuntamenti - dal Nord America all’Europa, dal Far East ai Balcani fino al Brasile passando per Pechino - che si concluderà il 19 marzo a Bruxelles, dove il salone del vino sarà presentato alla stampa estera. Parallelamente, Vinitaly con un investimento sull’incoming da parte di Veronafiere-Ice Agenzia di 3 milioni di euro sta lavorando per rafforzare la presenza a Verona di buyer e operatori della ristorazione provenienti dall’estero. Lo scorso anno sono stati 29.600 (su 93mila presenze totali), arrivati da 143 nazioni, di cui oltre mille top buyer selezionati. Mentre sono stati llmila gli appuntamenti pianificati tra espositori e buyer sulla piattaforma Vinitaly Plus. “Nel 2024 vogliamo almeno raddoppiare”, dice Danese. Potenziare il business, intensificare la promozione all’estero e rafforzare mission e brand Vinitaly sono tra i punti cardine del nuovo Piano strategico generale di Veronafiere, “One 2024-2026” che prevede 30 milioni di investimenti (fra tecnologica e infrastrutture, a partire dal fotovoltaico, ma anche strategie a favore della parità di genere), con la previsione, a fine periodo, di un fatturato totale di 151,8 milioni. “La mission è migliorare le fiere, implementare gli eventi nel portafoglio, inserire 5 nuove manifestazioni, di cui 2 sono già pianificate (su cui per ora c’è riserbo, ndr) - spiega Danese, che è anche presidente di Aefi, Associazione esposizioni e fiere italiane - Veronafiere si è riorganizzata con un piano industriale ambizioso. In Italia, in media, solo il 9-10% del fatturato dei principali enti fieristici deriva da eventi fatti all’estero, per francesi e tedeschi invece si parla del 30%. Quindi, stiamo studiando come sbarcare all'estero con i nostri prodotti, anche stringendo alleanze strategiche fra le fiere italiane per promuovere il made in Italy”. Made in Italy di cui il vino è principe. Vinitaly è anche Sol, International olive oil trade show, giunta alla 28esima edizione; Xcellent Beers ed Enolitech, Salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra, che festeggia 25 candeline. Rassegne che fanno salire le aziende a un totale di 4300. E per chi ama la bellezza senza tempo del centro storico di Verona, patrimonio Unesco, c’è Vinitaly and the city, il fuori salone, con tanti eventi dal 12 al 15 aprile. Vinitaly è anche aree tematiche, per questo nel Salone trovano spazio i principali trend che si esprimono dall’Organic Hall all’area Mixology fino ai piccoli produttori nel Micro-Mega Wines - Micro size, mega quality. Da tenere sott’occhio i Grand Tasting, le masterclass guidate dai maggiori esperti internazionali del vino. Quanto ai “vini” low e zero alcohol, Danese precisa: “Siamo stati a Parigi e non ho visto molto interesse verso la categoria. In questo Vinitaly, dunque, non è prevista un’area dedicata, anche se ci saranno espositori che porteranno i loro prodotti. Ma monitoreremo il settore, per valutare se dare spazio a questo segmento il prossimo anno”.

 

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