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Corriere della Sera - DiVini

La super Riserva che riposa vent’anni sul Monte Orfano … Lucrezia della famiglia Paladin, dal 2008 in Franciacorta… “A Castello Bonomi abbiamo imparato l’arte di aspettare”. Carlo Paladin e la figlia Francesca, famiglia con radici venete e prosecchiste, abituata alla velocità sui mercati. Che ha cambiato marcia dall’arrivo in Franciacorta, nel 2008. Sempre bollicine, ma i tempi di affinamento sono infinitamente superiori per i Metodo classico che nascono dai vigneti di Coccaglio, all’ombra dell’unico chateau franciacortino. Con il fratello Roberto e con i ragazzi dell’ultima generazione (oltre a Francesca, Martina e Valentino, il nome del nonno che fondò l’azienda), Carlo è riuscito a rilanciare i vini della tenuta che è stata prima della famiglia Tonelli, poi dei Bonomi. Fu l’ingegner Marino Bonomi ad aprire la cantina, restaurando nel 1985 un antico arsenale sul Monte Orfano. Un anno dopo l’enologo Luigi Bernini scoprì che il bosco aveva inghiottito un vigneto. Riportato in vita, ora è uno il Pinot nero principe della tenuta. Il vino che si ottiene, con l’aggiunta di Chardonnay, si chiama CruPerdu, vigneto perduto. L’annata 2016 si è affinata per 72 mesi sui lieviti, ha profumi di fiori banchi e pane tostato, e una freschezza che non nasconde la struttura. Stessa filosofia produttiva per il Lucrezia, il campione longevo di Castello Bonomi. “Avevamo già ottenuto splendidi risultati con un affinamento di dieci anni” spiega Carlo Paladin “abbiamo voluto raddoppiare, uscendo sul mercato ora con l’annata 2004, 220 mesi sui lieviti”. Pinot nero in purezza, Extra Brut, una super Riserva che, con profumi di crema e frutta secca, è ancora dinamico e vitale.

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