Non sempre si deve essere viticoltori di famiglia, per ottenere vini di qualità. Così come non è scritto da nessuna parte che dietro l’avvio di un’azienda vinicola di rilievo debbano operare imprenditori di vaglia o wine-maker di successo, quando non addirittura personaggi di fama acclarata. In alcuni casi, la passione, la voglia di fare, l’entusiasmo, la tenacia e la lungimiranza possono risultare elementi di sicuro spessore per potersi dedicare al nettare di Bacco con la massima fiducia di sé, oltre che di chi ti è intorno. L’esempio di Daniele Gentile e Gigi Nembrini, che quasi dieci anni fa in Franciacorta hanno voluto metter su Corte Fusia, è la prova lampante di quanto conti credere fermamente nel proprio territorio di appartenenza. Oggi sono arrivati a quattro appezzamenti per sette ettari, man mano acquisiti sul versante meridionale della Franciacorta: quel monte Orfano, per la precisione, cornice fra l’altro della prima giovinezza dei Nostri. Etichette di alta caratura, a riprova della diversità di quel contesto unico, inclusi il Brut, il Rosé o il Satèn, di fattura impeccabile. Un bacio da appassionati, però, va stavolta al Dosaggio Zero 2013, che in attesa di sviluppi futuri tutti da seguire denota già, oltre al fine perlage, caratteri minerali, agrumati, affumicati ed erbacei davvero intriganti. Con la bocca a fornire ulteriore eleganza, avvolgenza e persistenza.
(Fabio Turchetti)
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