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COSTANTINI (MARKETING MANAGER DELLA RUFFINO): “C’E’ LA NECESSITÀ DI RIVEDERE LE STRATEGIE INTERNE ALLE AZIENDE E INIZIARE AD INVESTIRE SU UNA GESTIONE DI TIPO MANAGERIALE DELLE IMPRESE VITIVINICOLE”

Per il vino italiano è arrivata l’ora di mettere il marketing in azienda. Alessandro Costantini, marketing manager della Ruffino non ha dubbi sulla necessità di rivedere le strategie interne alle aziende e iniziare ad investire su una gestione di tipo manageriale delle imprese vitivinicole. “L’Italia è un ottima produttrice di vino, ma deve imparare a porsi meglio sul mercato. La concorrenza internazionale - spiega il manager della Ruffino - si fa sempre più agguerrita, ed i produttori sono chiamati a investire sul marketing come elemento strategico di affermazione del prodotto e della marca nei confronti dei consumatori. Se vogliamo “spuntarla” occorre guardare dentro di noi ed imparare ad organizzare al meglio le nostre aziende senza continuare ad accentrare la gestione totale in una sola figura chiave”. Relatore al convegno “Il mercato internazionale del vino, tendenze e strategie” promosso da Università e Provincia di Firenze che ha concluso il master in management e marketing delle imprese vitivinicole, Alessandro Costantini ha poi lanciato un altro importante appello. “Continuiamo a tenere gli occhi aperti, guardando attentamente cosa succede anche in altri mercati e settori. Anche i paesi emergenti fanno paura, ma guardandoli dal lato del consumo possono rivelarsi interessanti vie di sbocco per i nostri prodotti. Pensiamo alla Cina che oggi conta oltre 150 milioni di “nuovi ricchi”, persone che sono in grado di viaggiare e spendere e che presto impareranno a conoscere da turisti i nostri territori e prodotti, replicando, si spera, quanto già avvenuto con americani e giapponesi”. Il discorso naturalmente vale anche per altre zone dell’Asia, o per la più vicina Croazia, con l’invito per i produttori a non aumentare la “febbre” dei prezzi e non lasciarsi intimorire dalla difficile situazione economica mondiale soprattutto sul versante dell’Export verso l’America. Riflessioni queste, avanzate anche da Diuska Luppi, direttore del Consorzio del Marchio Storico Chianti Classico: “le nostre aziende come le altre - sottolinea - hanno risentito dell’onda lunga del fatidico 11 settembre, i primi mesi del 2003 sono stati di “stanca”, e solo maggio e giugno ci hanno fatto risalire ai livelli di un anno fa anche negli Stati Uniti. Ma non c'è alcun dubbio che il settore del vino debba dotarsi di strumenti e capitale umano adeguati. Altrimenti la concorrenza, prima o poi, avrà la meglio. Per questo - conclude Luppi - non dobbiamo farci intimorire e se anche il sole non splende, possiamo delineare strategie e investimenti di medio periodo”.

Leonardo Roselli

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