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Dalla “New York Wine Experience” a “Vinitaly Usa”, il vino italiano sotto i riflettori negli States

Tanti i nomi top nell’evento principe di “Wine Spectator” (17-19 ottobre, a New York) e per il debutto di Veronafiere e Ita a Chicago (20-21 ottobre)
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Marvin R. Shanken ed Angelo Gaja, protagonisti in “New York Wine Experience”

Tra la “New York Wine Experience”, evento cult del vino in America, firmato da “Wine Spectator”, il 17 e il 19 ottobre, e il debutto di Vinitaly.Usa, a Chicago il 20 e il 21 ottobre, con la regia Veronafiere e Ita - Italian Trade Agency, saranno giorni caldi, i prossimi, in Usa, per il vino italiano, che, negli States, è leader ed in crescita nel 2024, come testimoniano i dati Ice New York, riportati da WineNews, e come ribadiscono quelli dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, secondo il quale “parlano italiano 3 bottiglie importate su 10, per una quota di mercato a valore che ad agosto è cresciuta fino a sfiorare il 34% e che sale al 43% se si guarda al Midwest (che ricomprende 12 Stati). Complice l’allungo nei primi 8 mesi dell’anno, con gli ordini dal Belpaese in crescita del 4% per un corrispettivo di 1,5 miliardi di dollari a fronte di una media complessiva delle importazioni Usa in calo del 3%, con la Francia in ritirata a -8% (a 1,6 miliardi di dollari)”.
“Un quadro senz’altro incoraggiante, quello italiano sul fronte delle spedizioni, che, però, secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, non è sufficiente a cancellare le complessità del periodo: sul fronte delle vendite e dei consumi effettivi, infatti, la situazione rimane complicata, sebbene parzialmente sostenuta da una tipologia spumanti, anche trainata dalla tendenza cocktail, che si conferma in buona salute”. Proprio in questo quadro, in ogni caso, si inserisce il debutto di Vinitaly.Usa, il primo format fieristico del vino italiano negli States, organizzato da Veronafiere e Fiere Italiane, con il sostegno di Ita - Italian Trade Agency, di scena il 20 e il 21 ottobre, sul Navy Pier di Chicago, dedicato ai buyer e agli operatori americani della ristorazione e della distribuzione, con oltre 230 aziende italiane, con tanti nomi di primo piano (come abbiamo scritto qui), cinque collettive regionali (Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Sardegna e la presenza istituzionale di Veneto e Umbria), più di 1.650 etichette in degustazione ed un palinsesto di 30 eventi business to business, oltre ad una forte rappresentanza delle istituzioni d’Italia e degli Usa, e delle organizzazioni della filiera vitivinicola del Belpaese.
“Si tratta - spiega il presidente Veronafiere Spa, Federico Bricolo - di un debutto fondamentale per la promozione e il posizionamento del vino made in Italy. Una rilevanza sottolineata anche dalla partecipazione del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e, per parte americana, del Governatore dell’Illinois, Jay Robert Pritzker. Vinitaly.Usa è il risultato di una convergenza di visione e strategia con tutte le istituzioni preposte. Nel nostro piano di sviluppo, Vinitaly.Usa ha l’obiettivo di diventare la rassegna di riferimento per la crescita delle aziende sulla prima piazza di destinazione, che ha chiuso in positivo il secondo quadrimestre di quest’anno”. Ed è proprio il mercato uno dei principali focus di Vinitaly.Usa che ospiterà il wine business forum di Ita - Italian Trade Agency, “Tra tradizione e innovazione: il futuro del vino italiano nel mercato americano”. Per il presidente dell’Agenzia Matteo Zoppas, “il vino italiano si sta confermando a livello internazionale, grazie ad un’identità che ne valorizza qualità e prestigio. Vinitaly.Usa rappresenta una piattaforma strategica per consolidare la presenza del prodotto italiano nel mercato americano, rafforzando la reputazione dell’Italia come leader nel settore vitivinicolo. Grazie alla sinergia tra pubblico e privato, ci prepariamo a proiettare ancora più in alto il successo del vino italiano e a raggiungere traguardi sempre più ambiziosi”.
Ma, a precedere il debutto di Vinitaly Usa, come detto, torna l’edizione n. 43 di un evento centrale nella promozione del vino negli States, la classica “New York Wine Experience” by “Wine Spectator”, di scena nella “Grande Mela”, dal 17 al 19 ottobre, dove il vino italiano sarà protagonista nel tasting dei “Top 10 Wines of 2023”, con il n. 1 assoluto, il Brunello di Montalcino 2019 di Argiano, presentato da Bernardino Sani, il Taurasi Radici Riserva 2016 di Mastroberardino, con il produttore Piero Mastroberardino (n. 5), e con il Chianti Classico Marchese Antinori Riserva 2020 di Antinori, versato e raccontato da Albiera Antinori, ma anche nel focus dedicato all’annata 2020 di Barolo, con Federica Boffa (Pio Boffa), Walter Fissore (Elvio Cogno), Barbara Sandrone (Luciano Sandrone) e Giuseppe Vajra (G.D. Vajra), oltre che con le tantissime grandi firme protagoniste del “Critics’ Choice Grand Tastings”, tra cui nomi come Allegrini, Altesino, Argiano, Biondi-Santi, Bruno Giacosa, Ca’ del Bosco, Carpineto, Casanova di Neri, Castello Banfi, Castello di Albola, Castello di Fonterutoli - Mazzei, Ceretto, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Fattoria dei Barbi, Ferrari Trento, Fontodi, Fuligni, Gaja, Jermann, Lamole di Lamole, Le Chiuse, Marchesi Antinori, Marchesi di Barolo, Marchesi Frescobaldi, Masi, Masseto, Nino Franco, Nino Negri, Ornellaia, Pio Cesare, Planeta, Romano dal Forno, Ruffino, Tenuta San Guido e Zenato, solo per citarne alcuni.
Tra i momenti più attesi, ci sarà anche la seconda parte dell’intervista esclusiva ad Angelo Gaja, uno dei produttori italiani più ammirati nel mondo, firmata in persona dallo stesso Marvin R. Shanken, il fondatore del gruppo editoriale, che è proprietario anche della stessa “Wine Spectator” (la prima parte era nel numero di aprile 2024 della rivista, come abbiamo raccontato qui). Per una settimana che calamiterà l’attenzione sul vino, e su quello italiano in particolare, nel primo mercato del mondo, dove il business enoico vale 300 miliardi di dollari all’anno.

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