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Dalle cene di Garibaldi e delle famiglie reali, passando per il pranzo tra Hitler e Mussolini 

Sono oltre 400 i menu, in mostra a Roma (5-7 aprile) al Garum, testimoni della storia del Novecento e dell’evoluzione della cucina 

Dal più antico menu stampato (anno 1803) a quello per le celebrazioni dello Statuto Albertino (1848), dalla cena per festeggiare la concessione a Garibaldi della cittadinanza onoraria di Londra (1864) alle relazioni diplomatiche del secondo dopoguerra, come nel caso del menu della colazione offerta dal Presidente Cossiga a Michail Gorbaciov e alla moglie  Rajssa Gorbaciova all’indomani della caduta del muro di Berlino. Ed ancora menu che raccontano le ultime ore del Titanic, le grandi imprese di Amelia Earhart e Charles Lindbergh, Umberto Nobile e Francesco De Pinedo. Dal primo pranzo di Hitler e Mussolini, nel 1934,  passando per le incoronazioni di Elisabetta II e di Nicola II, l’ultimo zar. Singolare quello del 1871, a base di elefanti e antilopi, quando i parigini, messi sotto assedio dai Prussiani, macellano e cucinano gli animali dello zoo. C’è anche il menu a libretto cordonato del pranzo offerto da Lord Mayor of the City alla Guildhall in onore del Principe Carlo e della moglie Diana, il 5 novembre 1981, giorno stesso dell’annuncio, due ore prima del pranzo, della prima gravidanza della Principessa del Galles. C’è il pranzo, offerto da Casa Artusi, al Presidente Napolitano nel 2011 e quello dell’incontro tra papa Francesco e il patriarca Kirill a Cuba. Una sezione speciale è dedicata ai menu dei Savoia, dai “semplici” pasti familiari ai menu dei ricevimenti di Capi di Stato e grandi matrimoni reali, con un’attenzione particolare alla struttura e alla composizione delle liste dei piatti. Sono solo alcuni degli oltre 400 pezzi esposti nella mostra “Un mondo di menu. La grande storia a tavola” allestita a Roma presso il Garum, il BiblioMuseo della Cucina, dal 5 al 7 aprile 2024. Ideata e curata dal Garum e dall’Associazione internazionale di collezionisti “Menu Associati”, la mostra (ad ingresso libero), raccoglie pezzi appartenenti a collezioni private e pubbliche, e rappresenta una preziosa testimonianza della grande storia del Novecento e dell’evoluzione della cucina. Nella visione della mostra il menu - oltre che un manufatto spesso di fattura pregevole e artistica - è un credibile cronista dell’economia, della politica e della quotidianità.

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