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CRISI COVID

“Diteci quando e come riaprire”: la ristorazione scende in piazza e chiede chiarimenti al Governo

Il 13 aprile la Fipe/Confcommercio, in assemblea straordinaria, a Roma. Stoppani: “l’incertezza ha un peso economico e psicologico insostenibile”
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La manifestazione in piazza della Fipe ad Ottobre 2020

Quasi rassegnate a non chiedere più sostegni, che quando sono arrivati sono state briciole rispetto alle perdite reali, le imprese della ristorazione italiana, nonostante una situazione economica drammatica, cercano di guardare al futuro. Chiedendo due cose chiare: il “quando” ed il “come” poter ripartire, perchè l’incertezza totale che regna ancora oggi, dopo un anno di pandemia, in Italia (e in molti altri Paesi d’Europa, ndr), è quasi più dannosa delle chiusure, che pure continuano a svuotare le risorse e a “riempire”, si fa per dire, la voragine delle perdite. É il messaggio al centro dell’assemblea straordinaria Fipe/Confcommercio, il 13 aprile, in piazza, a Roma (in quale piazza si saprà più avanti, ndr).

“A poco meno di 6 mesi dalla manifestazione #SiamoATerra che ha visto la partecipazione di migliaia di imprenditori in 24 diverse città italiane, Fipe/Confcommercio, Federazione italiana dei Pubblici Esercizi, torna in piazza per dare coralmente volto e voce all’esasperazione di un settore in ginocchio”, si legge in una nota. Mentre, ad ottobre, il disagio era stato espresso apparecchiando simbolicamente tavole vuote nelle piazze d’Italia, il 13 aprile - sempre in piazza, ma a Roma - è stata convocata l’assemblea straordinaria Fipe per chiedere direttamente al governo, e alla politica in generale, un impegno preciso: una data della ripartenza e un piano per farlo in sicurezza. Sarà una forma di protesta ordinata e costruttiva, coerente con lo stile di una Federazione che ha sempre cercato un confronto con le istituzioni, rifuggendo populismi, polemiche e strumentalizzazioni e che oggi vuole dare un altro segnale forte.

“Da mesi Fipe/Confcommercio diffonde incessantemente - spiega il presidente Lino Enrico Stoppani -la voce e i bisogni delle imprese del settore sui media, presso le istituzioni e sui territori Sentiamo però la responsabilità di dare un segnale forte e pubblico davanti all’ultimo decreto del Governo che rinvia nuovamente la riapertura dei ristoranti e dei bar ad eventuali decisioni del Consiglio dei Ministri. Non si può continuare a lanciare la palla in avanti, perché le imprese non sono in un campo di gioco, ma in una palude, dove sprofondano ogni giorno di più, mentre gli indennizzi non bastano certamente a risollevarle. L’incertezza ha ormai un peso economico e psicologico insostenibile per decine di migliaia di imprese serie che hanno bisogno di programmare per tempo la loro attività. Possiamo riaprire ed assumerci l’impegno di farlo in sicurezza, tra distanziamenti e rafforzamento dei protocolli. Viceversa, senza prospettive certe e credibili e lo sforzo di costruire insieme una soluzione, si finisce nel caos”.

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