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IL DATO

Dop e Igp d’Italia, una ricchezza da valorizzare ulteriormente su e-commerce e food delivery

Pubblicato il “Rapporto e-food Dop Igp Italia” di Origin Italia-Qualivita. Il vino, insieme ai formaggi, è tra i prodotti più acquistati anche online

Comodità, reperibilità dei prodotti, velocità a portata di “click”. Anche per l’enogastronomia l’acquisto nei canali online è da tempo una realtà, soprattutto in città, e con le nuove generazioni, iper-connesse, è un fenomeno destinato a crescere. Ormai, sugli appositi canali, si trova di tutto, compresi i prodotti che possono fregiarsi della certificazione. Sono infatti 7.400 le referenze Dop/Igp nelle principali piattaforme italiane di e-commerce e food delivery, un numero che potrà crescere ancora perché queste eccellenze hanno tutti i requisiti per avere più spazio. A dirlo è il “Rapporto e-food Dop Igp Italia” realizzato da Origin Italia in collaborazione con Fondazione Qualivita, per analizzare, attraverso due studi specifici, il mercato digitale dell’e-commerce e del food delivery dei prodotti a denominazione italiani. Il vino, comunque, ha un ruolo da protagonista figurando tra i prodotti più acquistati: tra le 947 Dop di aBay, insieme ai formaggi, è la categoria più venduta; stesso risultato su Eataly (280 Dop) dove il vino primeggia, con l’aceto, anche tra gli Igp. Primato nelle Dop anche su Cicalia (presenti 59 Dop), e Naturasì nelle Igp (su 57). In evidenza il ruolo dei formaggi che tra le Dop sono i più venduti nella maggior parte delle piattaforme.
L’obiettivo comune delle due ricerche, realizzate con il contributo del Ministero dell’Agricoltura, è esaminare in dettaglio la presenza e l’andamento dei prodotti. Il monitoraggio sul settore e-commerce, che nel 2023 ha visto l’agroalimentare tra le prime categorie per incidenza degli acquisti online con il 25% degli utenti impegnati nella spesa alimentare (dati Netcomm NetRetail, 2023), ha coinvolto 20 piattaforme di vendita, dai “giganti” ai marketplace specializzati e start-up emergenti, con analisi sul contesto, i numeri e le strategie di vendita delle Dop Igp. Lo studio dedicato al settore food delivery, che nonostante la flessione negli ultimi anni gioca ancora un ruolo importante, si è basato sull’analisi di 6 importanti piattaforme. Le tendenze emerse sottolineano un forte orientamento a convenienza e rapidità di consegna, aspetti cruciali per il consumatore moderno.
Entrambi gli studi propongono interviste con operatori chiave del mercato e portano come risultati una mappatura delle piattaforme e dei prodotti Dop e Igp. Da un punto di vista quantitativo, in particolare, si segnalano oltre 7.400 referenze Dop e Igp, di cui oltre 4.000 a Denominazione di Origine Protetta e oltre 3.400 a Indicazioni Geografica Protetta, con significative differenze tra le diverse categorie di prodotto. Numeri che segnalano, riporta Qualivita, anche l’ampio margine di crescita per le attività dei Consorzi sia in termini di azioni promozionali sia nella creazione di canali di vendita e-commerce ufficiali per le aziende associate che al momento sono riscontrabili solo in due casi. Per quanto riguarda le piattaforme di food delivery la presenza dei prodotti Dop e Igp risulta ancora marginale con pochissime offerte con segnalazione dei prodotti a Indicazione Geografica imponendo come primo passo una forte necessità di presidiare il settore.
Da un punto di vista qualitativo, sono 3 i macro-elementi emersi dall’analisi delle piattaforme e-commerce e food delivery che, in maniera costruttiva, possono essere viste come “leve di miglioramento” della presenza Dop e Igp nei mercati digitali per Consorzi, aziende e piattaforme digitali. In primis sono pochi, nel totale, i produttori Dop e Igp che utilizzano la vendita online e tra di loro sono numerosi quelli in cui le vetrine dei prodotti risultano incomplete, per esempio è frequente la mancanza di foto, rendendo difficile per i consumatori valutare un acquisto di qualità. Un secondo aspetto critico riguarda l’errato o il mancato utilizzo di acronimi, marchi e segni distintivi della Indicazioni Geografiche da parte, molto spesso, delle aziende aderenti al Marketplace o delle piattaforme digitali responsabili della fase di commercializzazione al pubblico. Il terzo aspetto riguarda il basso utilizzo delle Indicazioni Geografiche come driver di scelta da parte delle piattaforme digitali: solo pochi player infatti utilizzano le certificazioni d’origine come filtri di ricerca o “tag” all’interno della selezione della spesa.
A fronte del grande lavoro svolto dall’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) del Ministero dell’Agricoltura, continua Qualivita, per bloccare i tentativi di contraffazione, il miglioramento dei tre macro elementi potrebbe aiutare Consorzi e aziende Dop e Igp nella sfida contro la presenza di prodotti generici che sfruttano la visibilità delle Ig per rincorrere un posizionamento di qualità, danneggiando e logorando la reputazione delle referenze certificate.
“Questa indagine - afferma presidente Origin Italia, Cesare Baldrighi - costituisce un primo passo fondamentale e rappresenta uno strumento conoscitivo essenziale per colmare una significativa lacuna nella strategia di valorizzazione e tutela dei prodotti Dop e Igp italiani. Grazie al costante impegno dell’Icqrf nella lotta alla contraffazione, esiste ora un mercato digitale dove le indicazioni geografiche possono operare in modo efficace. Per continuare a crescere, è però indispensabile che il sistema dei Consorzi incoraggi le proprie imprese ad essere maggiormente presenti in questi canali, sviluppando una propria progettualità”. Mauro Rosati, direttore Origin Italia, ha evidenziato che “dagli studi emerge l’importanza di garantire un’esperienza di acquisto online efficace per i prodotti agroalimentari di qualità, attraverso un impegno significativo nella gestione delle informazioni. La trasparenza nei contenuti e nell’etichettatura dei prodotti è cruciale, poiché il consumatore non ha la possibilità di toccarli fisicamente. Le aziende, i Consorzi e le piattaforme digitali hanno l’opportunità di colmare questa distanza raccontando il percorso di tracciabilità e certificazione del prodotto, narrando la sua storia e quella dei suoi produttori per creare un legame di fiducia con i clienti. Informazioni corrette e trasparenti non solo comunicano efficacemente con il consumatore, ma permettono anche di sviluppare pienamente funzionalità importanti delle piattaforme digitali, come i motori di ricerca dei prodotti, essenziali per comprendere le richieste e trovare i prodotti desiderati”.

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