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DOPO SEI SECOLI DI OBLIO, TORNA IL VINO DELL’ANTICA VIGNA DI VENISSA, L’ISOLA DI MAZZORBO BURANO NEL CUORE DELLA LAGUNA DI VENEZIA. AMATO DAI DOGI, RINASCE DA OGGI IN 4.880 BOTTIGLIE FIRMATE DALLA FAMIGLIA BISOL E DAL WINEMAKER ROBERTO CIPRESSO

Gli amanti del buon bere, sempre in cerca di nuove “chicche” enologiche da collezionare per arricchire la propria cantina, sono avvertiti: dopo sei secoli di oblio, torna il vino dell’antica vigna murata di Venissa, sull’isola di Mazzorbo Burano nel cuore della Laguna di Venezia. Amato dai Dogi fino al XV secolo, rinasce in 4.880 esemplari firmati dalla famiglia Bisol e dal famoso winemaker Roberto Cipresso. Nella storica tenuta è stata infatti piantata la Dorona, vitigno autoctono a bacca bianca tipicamente veneziano, coltivato fin dal XV secolo e perso nei secoli. Era l’antico vino di Venezia amato dai Dogi, che rivive grazie ad una delle famiglie di più antica tradizione nel Prosecco e nel Cartizze, come quella dei Bisol.
Il progetto Venissa, fortemente voluto da Gianluca Bisol, e che coinvolge istituzioni come il Comune di Venezia e la Regione Veneto, rappresenta il coronamento di un lavoro iniziato nel 2002 con la ricerca storica dei vitigni autoctoni di Venezia, scomparsi alcuni secoli fa. A settembre 2010 è andata i scena la prima vendemmia di Dorona in Venissa. Grazie al coordinamento di Gianluca Bisol e al team agronomico-enologico di Desiderio Bisol e del winemaker Roberto Cipresso, Venissa è stato già venduto, su prenotazione, grazie alla vendita en primeur, che si è conclusa il 31 dicembre 2011. Da oggi, saranno così disponibili 4.880 bottiglie di questo prezioso vino. Ma il progetto Venissa (dal verso che il poeta Andrea Zanzotto dedica a “Venessia, Venissa, Venusia”) non è soltanto vino: nella Tenuta, che ospita orti e frutteti, sorgono il ristorante della chef Paola Budel e un Ostello di charme. Venissa rappresenta così, un prodotto turistico e culturale complesso e innovativo, di grande suggestione. Al progetto collaborano anche i pensionati di Burano, che provengono dal mondo della pesca, portano avanti la tradizione orticola veneziana curando gli orti di Venissa e praticando una orticoltura sostenibile ed eroica. Il tutto sotto la regia di Bisol, la cantina che si tramanda da padre in figlio, che ha sede a Santo Stefano di Valdobbiadene, e coltiva direttamente 125 ettari di vigneti nella Denominazione, dislocati su 35 poderi collocati nelle aree più vocate. Fiore all’occhiello sono i tre ettari sulla zona sommitale della collina Cartizze, il vigneto più prezioso d’Italia.
Info: www.venissa.it

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