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ECONOMIA

Etichetta d’origine e nutriscore, Coldiretti: “a rischio 44,6 miliardi di export made in Italy”

Continua il forcing da parte del mondo agricolo contro il rischio del potenziale via libera all’etichetta nutrizionale a colori dell’Unione Europea
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Coldiretti contro l'etichettatura a semaforo

Continua il forcing da parte del mondo agricolo contro il rischio di un via libera all’etichetta nutrizionale a colori dell’Unione Europea, che metterebbe in pericolo molte eccellenze agroalimentari italiane e il loro export nei mercati esteri. Un “attacco” al nostro cibo, ha evidenziato Coldiretti con il presidente Ettore Prandini, che, sottolinea, “boccerebbe ingiustamente quasi l’85% in valore del made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid”. Da qui la richiesta al Governo di intervenire “per fermare la pericolosa deriva in atto nell’Unione su etichettatura nutrizionale, profili nutrizionali e etichettatura d’origine in vista del Consiglio Agricoltura Ue” in programma il 15 e 16 dicembre.
I timori principali riguardano l’export, una ricchezza assoluta per un settore che continua a spingere l’economia italiana non arrestandosi nemmeno in questo periodo dove gli effetti del Covid hanno avuto ripercussioni pesanti su vari comparti produttivi. “Un sistema che - sottolinea la Coldiretti - rischia di espandersi a livello globale dove in gioco ci sono 44,6 miliardi di esportazioni agroalimentari tricolori nel mondo tra i quali si conta una rilevante presenza di prodotti, dai formaggi all’olio fino ai salumi ingiustamente penalizzati dal nuovo sistema. La manovra degli altri Paesi punta a fermare la crescita del Made in Italy agroalimentare che nel tempo del Covid, insieme alle medicine, è l’unico settore a crescere all’estero (+2,9%) nei primi nove mesi del 2020 e può essere l’elemento di traino per l’intero tessuto economico del Paese”.
Coldiretti rimarca l’importanza dell’obbligo di “indicazione di origine obbligatoria che cita come priorità solamente il latte e le carni mentre l’obiettivo della trasparenza sulla provenienza degli alimenti riguarda tutti i prodotti. Ma preoccupa anche l’apertura sull’etichetta nutrizionale all’utilizzo dei colori o l’eccessiva semplificazione proposta che metterebbe fuori gioco la proposta italiana dell’etichetta a batteria”. L’etichettatura nutriscore francese come quello a semaforo adottato in Gran Bretagna, secondo Coldiretti, “influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari. Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto” che rischia di mettere fuorigioco molti dei nostri prodotti famosi anche per i loro benefici per la salute.
“Si rischia - precisa Coldiretti - di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate”. Il presidente Ettore Prandini lancia un nuovo appello, “in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza contrastando le indicazioni fuorvianti ed estendendo l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. L’Italia grazie ai primati nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistati a livello europeo ha la responsabilità di svolgere un ruolo di leadership in Europa”.

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