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Etichetta nuova per Mouton-Rothschild … Joint-venture de Rothschild/Catena Wines … Super asta Christie’s: le quotazioni … Champagne 2002 raffinato per Jacquart … Come è andata la vendemmia in Europa …
di Michèle Shah

Opinioni
La nuova etichetta di Mouton Rothschild, uno dei top di Bordeaux

- Mouton-Rothschild, una delle top aziende vinicole di Bordeaux, nella prima edizione di Vinexpo America, ad ottobre a New York, ha sfoggiato la sua etichetta nuova. Come consuetudine dal 1945, ogni anno Mouton-Rothschild esce con un’etichetta disegnata da artisti di fama mondiale. Per l’eccezionale annata 2000, Mouton-Rothschild ha pensato di fare decorare la bottiglia stessa con un rilievo in smalto dorato, riproducendo l’emblemma del montone, il quale è stato ripreso da un recipiente del 1590, creazione di un maestro tedesco, Jakob Schenauer.Come prova di autenticità, oltre alla stemma araldico di Mouton-Rothschild, la firma di Baronessa Philippine de Rothschild sarà inciso sulla base della stessa bottiglia.

- Sempre dalla Rothschild, appena conclusa la joint-venture tra Eric de Rothschild e Nicolas Catena della Catena Wines in Argentina, proprietario di svariate aziende vinicole nella zona di Mendoza, nota per il vitigno Malbec. La nuova linea si chiama Caro e debutterà con 3,740 casse dell’annata 2000 che verranno emesse sul mercato nel mese di novembre 2002, al costo di 40 dollari (prezzo USA). Il vino è un assemblaggio di uve Cabernet Sauvignon per due terzi e Malbec per un terzo. Secondo Rothschild, questo assemblaggio riflette un’antica tradizione bordolese che come tradizione assemblava già vino Cabernet e Malbec. Secondo Caro, gli esperti per eccellenza in assemblaggi sono i bordolesi. Un match perfetto per un progetto che si basa sul ruolo dell’arte dell’assemblaggio, il quale, secondo Caro, sarà la strada futura per i vini nella zona di Mendoza.

- Super-asta alla casa londinese Christies per festeggiare i cinquant’anni di lavoro dell’espertissimo critico e connoisseur, Michael Broadbent, specialista di vini bordolesi e della Borgogna. Da oltre 32 anni, Broadbent dirige il reparto vino della casa aste Christies. Un totale di 919 lotti hanno portato un incasso complessivo di $ 1,2 milioni: in questa occasione è stato proprio Broadbent che ha battuto l’asta, e che ha visto sfilare delle chicche storiche, come un magnum di Château Lafite Rothschild 1874, battuto a $1,888, un Bouchard Père & Fils Meursault Charmes 1865, venduto a $ 995. Prezzi alti sono stati realizzati per la vendita di una cassa di Château d’Yquem 1929 venduto a $23,166. Altre due magnifiche annate di Yquem 1945 e 1947 sono state battute rispettivamente a $19,734 e $18,018 per cassa. Due casse di Château Pétrus 1990 e 1989 sono stati battuti a $18,876 a cassa. Ma la vera rarità è stata un doppio magnum Château Le Pin 1982 (uno di tre esemplari soli prodotti nell’annata 1982), che ha raggiunto un record di $12,366.

- In ottobre, conclusa in Champagne una vendemmia da grande millesimato. Le premesse non erano molto incoraggianti: i “capricci” climatici dell’estate preoccupavano i tecnici del Civc, che hanno cercato di rimediare alla maturazione tardiva delle uve scaglionando la raccolta su un periodo più ampio rispetto alla regola. In particolare, lo chardonnay raccolto nella Côte des blancs, nel Sézannais e a Vitry, ha ostentato livelli di maturazione dimenticati da almeno dieci anni, con un grado alcolico spesso superiore all’11%. Anche la raccolta del Pinot nero, iniziata il 23 settembre, seppure ostacolata da alcuni giorni di pioggia e sporadici sviluppi di botrytis, sarà ricordata per i grappoli di rara concentrazione aromatica, motivo che ha spinto diversi vigneron a preferire la vinificazione in rosso. Temperature diurne sostenute,nell’ordine di 25-30 gradi, e notti fresche, culminate con la gelata del 24 settembre, hanno caratterizzato il periodo di raccolta. Soddisfatto Richard Dailly, chef de cave di Champagne Jacquart a Reims: “dai primi assaggi, posso dire che si tratta di vini ricchi, raffinati, molto aromatici; la concentrazione è degna delle migliori annate nel territorio”. E il mercato gli dà ragione: sul 2001, il prezzo dell’uva è aumentato del 2,5%, attestandosi a 4,10 euro al chilo. Costo non indifferente, considerato che per produrre una bottiglia di Brut Mosaïque Jacquart serve un chilo e mezzo di materia prima, quasi un euro alla flûte!

- Stando agli enologi italiani, questa la vendemmia 2002 in Europa: il raccolto ha avuto, nell’Unione Europea, un andamento diverso da Paese a Paese, ma globalmente dovrebbe portare a una produzione totale di 155 milioni di ettolitri di vino, contro i 165 del 2001 e i 182 del 2000. In Francia, si stimano per quest’anno 52,5 milioni di ettolitri (- 5% sul 2001 e - 12% sul 2000). Vendemmia scarsa anche in Portogallo e in Grecia, rispettivamente con un - 15% e - 4% sul 2001. Crescono, invece, Spagna e Germania. Nel Paese iberico, si prevedono per quest’anno 37,5 milioni di ettolitri, cioè il 10% in più rispetto al 2001; la Germania cresce addirittura del 17%, raggiungendo i 10,5 milioni di ettolitri di vino; stabile la produzione in Austria, con circa 2,5 milioni di ettolitri.

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