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PESCE IN TAVOLA

Fermo pesca, dopo la ripresa in Adriatico tornano in mare i pescherecci dallo Ionio al Tirreno

Lo evidenzia Coldiretti Impresapesca, mentre il divieto permane ancora da Civitavecchia a Imperia e in Sardegna
Coldiretti, FERMO PESCA, Non Solo Vino
Fermo pesca, dopo l'Adriatico tornano in mare i pescherecci dallo Ionio al Tirreno

Tornano in mare i pescherecci dallo Ionio al Tirreno, nel tratto di costa da Brindisi a Roma, riaperto alle attività. Lo evidenzia Coldiretti Impresapesca nel sottolineare che il via libera dal 10 ottobre avviene dopo un mese di blocco e segue la ripresa già scattata in tutto l’Adriatico, mentre il divieto permane ancora da Civitavecchia a Imperia e in Sardegna.
“Semaforo verde dunque - sottolinea la Coldiretti - a fritture e grigliate a “chilometri zero” realizzate con il pescato locale e meno rischi di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto congelato o straniero delle stessa specie del nazionale se non addirittura esotico e spacciato per nostrano. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).
Ma sul fermo pesca, strumento indispensabile per la ripopolazione dei mari, Coldiretti Impresapesca ha più volte negli anni chiesto una radicale modifica “di questo strumento di gestione che non risponde più da tempo alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato delle risorse nei 33 anni di fermo pesca è progressivamente peggiorato, come anche parallelamente lo stato economico delle imprese e dei redditi. Questo ha determinato nel periodo un crollo della produzione - conclude Coldiretti Impresapesca - la perdita di oltre 1/3 delle imprese e di 18.000 posti di lavoro. L’auspicio è che dal 2019 si possa mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie

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