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VINO E CLASSIFICHE

Ferrari n. 1, e 20 vini su 100: l’Italia sbanca la “Top 100 Cellar Selection” by “Wine Enthusiast”

In classifica nomi come Trediberri, Barone Pizzini, Terlano, Elena Walch, Planeta, Nino Negri, Sette Ponti, Pio Cesare, Vigneti Massa e non solo

La longevità, la capacità di un vino di dare il suo meglio con il passare degli anni, è una di quelle fondamentali che definiscono un “fine wine”. E di grandi vini italiani, nella classifica di categoria firmata da “Wine Enthusiast”, ce ne sono tanti, tra cui il n. 1, un monumento della spumantistica italiana, il Trentodoc Riserva Lunelli 2015 di Ferrari, incoronato come miglior della “Top 100 Cellar Selection” del magazine americano (le cui firme dall’Italia sono Jeff Porter e Danielle Callegari). Un riconoscimento che afferma una volta di più la leadership nella spumantistica mondiale della cantina trentina guidata dalla famiglia Lunelli, già più volte incoronata come “Sparkling Wine Producer of the Year” dalla “The Champagne & Sparkling Wine World Championships”. Ma, dalla classifica americana, in cui ben 20 etichette su 100 sono italiane, emergono anche alcune indicazioni interessanti, come il dominio dei vini a base Nebbiolo, quasi tutti dalle Langhe, tra i migliori italiani capaci di invecchiare, ma anche la crescita dei bianchi, soprattutto dell’Alto Adige, ma non solo, così come la capacità di alcuni produttori di realizzare gemme di longevità anche in territori in cui questa caratteristica non è la cifra più distintiva a livello più diffuso.
Così, scorrendo la lista, che vede sul podio due americani, il Farrow Ranch Cabernet Sauvignon 2021 di Apertura, dalla California, ed lo X Novo Vineyard Pinot Noir 2023 di Walter Scott, dall’Oregon, in posizione n. 4, c’è il Barolo Berri 2021 di Trediberri, mentre chiude la “Top 10” una delle perle della Franciacorta (a conferma della crescita qualitativa della spumantistica tricolore, anche nel segno della longevità), ovvero il Franciacorta Rosè Riserva Bagnadore 2011 di Barone Pizzini. Al n. 11, il primo dei due toscani in classifica, ovvero l’Igt Toscana Saffredi 2021, il taglio bordolese di Fattoria Le Pupille, dalla Maremma, davanti, al n. 12, al Soave Classico Foscarino 2022 di Inama, altro classico del territorio bianchista più celebre del Veneto. Di classico in classico, al n. 18, c’è una pietra miliare dei grandi bianchi da invecchiamento italiani, l’Alto Adige Terlarner I Grande Cuvéè della celeberrima Cantina di Terlano, davanti ad un altro nome celebre come Marcarini, al n. 22 con il Barolo La Serra 2021, e ad un’altra grande firma che ha consacrato l’Alto Adige come terra di vini bianchi longevi, come Elena Walch, con il suo Kastelaz Gewurztraminer 2022. Al n. 41, invece, si va nella nobiltà del vino siciliano, con il Didacus Cabernet Franc 2020 di Planeta, il vino dedicato al fondatore della cantina, Diego Planeta, oggi guidata da Santi, Alessio e Francesca Planeta. Al n. 45, ancora Nebbiolo, con uno dei vini più celebri della Valtellina, ovvero il 5 Stelle Sfursat 2020 di Nino Negri, cantina del Gruppo Italiano Vini - Giv, mentre, al 59, si torna ancora in Toscana con un vino di grande lignaggio come l’Oreno 2022 di Tenuta Sette Ponti della famiglia Moretti Cuseri, altro Igt Toscana e taglio bordolese che nasce tra i vigneti del Valdarno, mentre al n. 62 si torna nella classicità delle Langhe, con il Barolo Il Bricco 2021 della storica cantina Pio Cesare, oggi guidata da Federica Boffa. Al n. 68, invece, si trova il primo e unico Sangiovese della lista, ovvero il Romagna Predappio Sangiovese Riserva 2020 Le Lucciole di Chiara Condello, tra le giovani produttrici italiane si stanno facendo sempre più spazio sul palcoscenico del vino. Poi, ancora un quartetto, o meglio un quartetto tutto a base Nebbiolo, tra Piemonte e Lombardia, con il Barbaresco Serraboella 2022 di Fontanabianca al n. 77, il Barolo Cerretta 2021 di Giovanni Rosso al n. 78, il Gattinara Riserva 2019 di Travaglini al n. 83, ed il Valtellina Superiore Inferno Flammante 2020 di Tenuta Scerscé al n. 91. Si torna in piemonte, ma con uno dei suoi bianchi rampanti, il Timorasso, nella versione firmata dalla cantina di riferimento Vigneti Massa di Walter Massa, ovvero il Derthona Montecitorio 2022 di Vigneti Massa, al n. 95. Al n. 97, ancora Alto Adige, in versione bianchista, con il Sàcalis Riserva Sauvignon Blanc 2021 di Ansitz Waldgries, mentre è ancora italiano il n. 100, che chiude la classifica nel più classico dei “dulcis in fundo”, con il Sagrantino Passito 2017 di Antonelli, da Montefalco.

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