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RIPARTENZA

Fipe: a tre settimane dalla riapertura bar e ristoranti fanno segnare cali di fatturato del 53%

In attività il 85% dei bar e il 90% dei ristoranti, ma con meno personale e poca fiducia nel futuro. Pesa l’assenza dei turisti, prestiti a rilento
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La terza settimana di riapertura, i numeri Fipe

Ancora grandi difficoltà per i pubblici esercizi, a 3 settimane dalla riapertura, con cali del fatturato che si attestano in media intorno al 53%. Dunque, incassi più che dimezzati rispetto al periodo pre-Covid. La situazione resta critica anche per l’occupazione: solo nel 30% delle aziende è tornata al livello pre-Covid, mentre nel 31,5% il personale impiegato è ancora inferiore del 50% o più. Emerge dall’indagine condotta dal Centro Studi di Fipe/Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) che analizza l’andamento di bar e ristoranti in questo primo periodo della fase 2.
Dunque, poche luci e tante ombre. Il 94,9% dei bar e l’89,4% dei ristoranti risultano in attività mentre rispettivamente il 3,1% e il 7,3% sono in procinto di farlo. Il 2% dei bar e il 3,3% dei ristoranti dichiarano di restare ancora chiusi anche nel prossimo futuro. Pur in presenza di un miglioramento del sentiment degli imprenditori sull’andamento dell’attività (9,9% della 1 settimana vs. il 17,2% della terza), più della metà degli intervistati (circa 54%) dà ancora un giudizio fortemente negativo e meno della metà degli intervistati (46,1%) si dichiara soddisfatto di aver riaperto. Forte incertezza anche sul futuro: il 66,5% ritiene che non riuscirà a tornare ai volumi di attività pre-Covid. Come detto, il calo medio del fatturato registrato in questo periodo è stato del 53,5%, nel dettaglio parliamo del 54,8% per i ristoranti e del 49,9% per i bar. Per il 53,5% delle aziende intervistate a mancare sono soprattutto i turisti, in particolare stranieri, ma il restante 46,5% lamenta anche la mancanza di clientela residente.
Il focus dell’indagine si è poi spostato sugli aiuti messi in campo dalle Istituzioni, con particolare riferimento ai prestiti garantiti previsti dal DL liquidità. Il 65,1% delle aziende ha fatto ricorso a questa misura, il 51,7% per un importo fino a 25.000 euro, il 13,4% per un importo oltre i 25.000 euro. Tuttavia solo il 56,8% ha già ottenuto il prestito richiesto.“Il bilancio a tre settimane dalla riapertura conferma tutte le nostre preoccupazioni sulla capacità di tenuta delle imprese dinanzi ad una ripartenza difficile e per molti aspetti attesa - dichiara Aldo Cursano, vicepresidente vicario Fipe/Confcommercio -. Con un calo del fatturato di oltre il 50% nessuna impresa riuscirà ad andare avanti a lungo senza misure di sostegno sul versante dei costi e senza una robusta capacità finanziaria. Per questo stiamo continuando a chiedere interventi sul costo del lavoro, su canoni di locazione e Imu e sulle scadenze fiscali in attesa che la domanda torni ad un livello che permetta alle imprese di reggersi sulle proprie gambe. Ma sapendo che di turisti stranieri - conclude Cursano - ne vedremo pochi per un periodo ancora lungo dovremo necessariamente puntare sulla domanda interna con una comunicazione rassicurante e con iniziative di promozione stimolanti”.

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