Erano 5.000 sono diventati oltre 8.000 nel giro di tre anni, dal 2021 al 2024, confermando un appeal crescente tra i consumatori che riflette stili di vita sempre più orientati alla sostenibilità. Sono gli esercizi (bar, ristoranti, enoteche), dove si può bere vino naturale, presenti in tutto il mondo e classificati da Raisin, app francese di riferimento che tiene traccia dei locali che li offrono.
Un aumento del 60%, dunque, nel giro di tre anni, dovuto, secondo Raisin, ad “autenticità, dimensione umana e distribuzione locale. Sempre più consumatori si rivolgono a prodotti provenienti da un’agricoltura biologica, sincera e appassionata, come quella delle piccole aziende agricole. Di conseguenza, frequentano i bar, le enoteche, i ristoranti e le strutture ricettive che li sostengono, e che si stanno moltiplicando. Oggi, ogni bicchiere di vino non è più solo un piacere: diventa un momento di convivialità, un atto significativo, una connessione tangibile e genuina con il mondo che ci circonda”.
A guidare la classifica con più locali dove vengono serviti vini naturali, è la Francia con 2.655, davanti ad Italia (1.623), Stati Uniti (612), Spagna (351), Giappone (336), Belgio (331), Regno Unito (238), Svizzera (231), Germania (187) e Paesi Bassi (179). Tra il 2023 e il 2024, l’Italia è quella che ha avuto la percentuale maggiore di nuovi locali (22%), davanti alla Francia (21,2%), un’escalation notevole se consideriamo che, nel 2016, erano soltanto 46 i locali di questa tipologia. Le “capitali” del vino naturale sono Parigi (con 599 locali, erano 440 nel 2021), che precede New York (183), Roma (133, grazie a 34 bar, 15 enoteche e 81 ristoranti con una una lista importante di vini naturali), Barcellona (112) e Bruxelles (104). Milano è alla posizione n. 11 con 73, ma spiccano anche Torino (53) e Bologna (40). Città come Montréal, Gand e Anversa stanno mostrando una crescita definita come “impressionante”, superando le tradizionali “capitali” del vino naturale, mentre in Giappone è Osaka ad affermarsi come un importante hub asiatico, con 34 locali che offrono vini naturali. L’analisi su Roma mostra un aumento sostanziale, da 67 a 130 locali in tre anni (+63, pari ad un aumento del 94%) con la “Città Eterna” che ha quasi raddoppiato il numero di ristoranti, da 44 a 81, al contrario delle enoteche (da 32 a 15) e dei bar (da 44 a 34). Un trend molto simile a quello di Parigi, dove i ristoranti sono la tipologia di locale più diffusa.
Nel confronto riguardo l’evoluzione dei locali dedicati al vino naturale, tra il 2021 e il 2024, si nota un cambiamento nella distribuzione. Il vino naturale è ormai saldamente affermato nei ristoranti, evidenziando il suo ruolo crescente come parte integrante di esperienze culinarie più ampie. Bene anche gli Stati Uniti, mercato, si sa, di fondamentale importanza per il vino italiano. I numeri, spiega Raisin, “dimostrano che il vino naturale, in particolare negli Stati Uniti, non è una “moda passeggera” o una “tendenza”: è ormai profondamente radicato nella cultura e nella scena gastronomica della città. In molti ristoranti del centro di New York (metropoli che viene definita come il “fulcro del movimento”, ndr), i vini naturali fanno parte dell’offerta standard e i wine bar naturali sono visti come punti di accesso alla scoperta dei quartieri più vivaci. Questo movimento è particolarmente trainato dai giovani consumatori urbani, che vedono il vino naturale come un indicatore culturale e una dichiarazione di identità, influenzando il carattere di quartieri iconici. Gli esperti del settore notano che i vini naturali sono ora più ampiamente accettati e compresi, anche tra i consumatori tradizionali”.
Ma non è tutto oro quel che luccica. A livello generale, infatti, riporta Raisin, il vino naturale ha registrato una crescita fenomenale per un decennio. Dal 2024, però, il mercato ha iniziato a rallentare: “il numero crescente di attori (produttori, agenti, importatori), l’accresciuta concorrenza sui prezzi e una minore tolleranza per i “difetti”, sono i nuovi parametri da considerare negli ultimi sviluppi del mercato. Mentre alcuni canali di esportazione stanno rallentando, nelle città la domanda rimane forte per vini con una storia, un carattere preciso e offerti a prezzi ragionevoli. Possiamo quindi parlare di una correzione del mercato: il movimento sta maturando e sono necessari alcuni aggiustamenti per continuare a convincere un pubblico più ampio delle virtù di questi vini. Il futuro risiede nel continuo rispetto dell’ambiente, in prezzi accessibili grazie all’uso di nuovi imballaggi (Bag-in-Box, Key-Keg, bottiglie ultraleggere), in un’igiene impeccabile nelle cantine e in spazi accoglienti e aperti che promuovano una promozione consapevole”.
Copyright © 2000/2025
		Contatti: info@winenews.it
		Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
		Seguici anche su Facebook: @winenewsit
	
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

				






                
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				









































































































































































