- Una recente ricerca, lanciata questa settimana dalla London International Wine and Spirits Fair, ha dichiarato che i mitici pub inglesi non sanno vendere il vino. La rivista trade The Publican ha rivelato che soltanto l’11% di pub afficionados si fidano del vino in mescita nei pub inglesi. E su un campione di 2.000 bevitori di vino, soltanto il 5% crede che il gestore del pub se ne intende di vino, mentre il 17% crede che i pub vendono vino di buona qualità. La ricerca rivela che comunque la maggior parte di clienti dei pub non bevono vino nel pub, preferendo la birra e i super-alcolici. Lo scetticismo dei bevitori inglesi di vino nei pub sembra essere ben fondato: la ricerca rivela che soltanto un terzo dei pub ha una scelta di solo due vini in mescita che vengono cambiati e rivisti soltanto una volta per anno (la media tiene una scelta di quattro vini). Ma questo non preclude al fatto che il consumatore inglese non abbia voglia di bere vino ne di approfondire la propria conoscenza del vino, anche se la ricerca rivela che la maggior parte dei consumatori al femminile scelgono il vino per brand e non per tipologia di vino; il consumatore maschile anche se più informato su paese di origine di produzione e varietà di uva, preferisce lo shiraz australiano.
- In questa settimana, che vede protagonista il London International Wine and Spirits Fair, i produttori di vino inglese si preparano a lanciare una delle migliore annate, e cioè il 2002. Si dice che “ora anche gli inglesi possono marciare a testa alta”, con prodotti che rispecchiano una qualità sempre migliore. La vendemmia 2002 è stata una delle migliori di questi ultimi anni per via del clima clemente che ha maturato le uve a perfezione producendo in media alti livelli di contenuto zuccherino. Uno dei maggior produttori inglesi, Denbies Wine Estate, nel Surrey ha dichiarato che le vendite dei loro vini dal 2000 sono sempre più in crescita. Le vendite sono salite di 70%, grazie anche a un maggior interesse da parte del consumatore che privilegia sempre di più il prodotto nazionale fatto di vini locali. Per accontentare la richiesta la Denbies Wine Estate, che produce 30.000 casse/anno (20% della produzione è di vino rosso), ha recentemente piantato 10.000 vigne nuove con viti come il Dornfelder e il Rondo, uvaggi rossi che privilegiano una maturità precoce. Attualmente il loro “blockbuster” è un vino bianco - Surrey Gold, un blend di Muller-Thurgau. Il “guru” dei consulenti enologi inglesi, John Worontschak, australiano di origine, responsabile per la recente rimodernizzazione dell’enologia inglese, ha dichiarato che oggi in Inghilterra tra i produttori si respira un vero livello di “professionismo”, con produttori che hanno obiettivi chiari sulla qualità del vino.
- In Cina, gli organizzatori del “China Guangzhou Wine & Spirits Trade Fair 2003”, in calendario dal 10-12 luglio, a Guangshou Cita, hanno deciso di annullare l’evento per via del virus Sars. Nessun problema di contagio, secondo gli organizzatori di Vinexpo di Bordeaux: ci sono sufficienti controlli negli aereoporti internazionali francesi. Inoltre, gli organizzatori comunicano che sarà presente una equipe medica di Medecins Sans Frontiers a Bordeaux Vinexpo e stanze di isolamento apposta per chi mostra sintomi del virus dove i possibili contagiati potranno essere ricoverati e portati immediatamente all’ospedale centrale di Bordeaux. Secondo il Vinexpo, non ci sono stati nè annullamenti nè cancellazioni da parte di espositori americani e asiatici. Michael Houlihan, presidente della Barefoot Cellars di Sonouma, ha dichiarato che “noi non abbiamo nessuna intenzione di indossare la mascherina anti-virus. Riteniamo che sia importante far sapere ai nosti clienti che privilegiamo un incontro con il cliente “face-to-face” (faccia a faccia)”.
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