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LA POLEMICA

Il Consiglio di Stato “perplesso” sull’accorpamento tra Politiche Agricole e Turismo

“Non un’opera di coordinamento tra funzioni di amministrazione, ma mera sommatoria di competenze spostate tra direzioni generali”
CONSIGLIO DI STATO, POLITICHE AGRICOLE, TURISMO, Non Solo Vino
Il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio

Non è piaciuto al Consiglio di Stato l’accorpamento delle competenze sul turismo al Ministero delle Politiche Agricole, tra i punti su cui ha battuto di più il Ministro delle Politiche Agricole e, attualmente, anche del Turismo, Gian Marco Centinaio, e scelta applaudita anche dalle rappresentanze del mondo del vino, che sperano così in un potenziamento dell’enoturismo. È di queste ore, infatti, la notizia del parere negativo sul trasferimento da parte del Consiglio stesso. Un parere che “non può non essere perplesso”, scrive Palazzo Spada, su un testo da cui “emerge non tanto un’opera di coordinamento tra funzioni di amministrazione attiva nel settore agricoltura (nei limiti della competenza statale) intesa in senso generale, quanto piuttosto una mera sommatoria di competenze spostate tra direzioni generali quasi con la tecnica del “copia e incolla” ma non esattamente corroborate da una visione strategica di insieme che vada oltre la visione settoriale propria del ministero”, rispondendo ad una richiesta del Dipartimento per gli affari giuridici della Presidenza del Consiglio.

Il parere dei giudici amministrativi rileva inoltre che “la commistione in un unico dipartimento di funzioni proprie della materia turismo e funzioni proprie di politica agricola, alimentare e forestale, sembra andare esattamente nella direzione opposta a quella indicata dalla giurisprudenza costituzionale, quasi vincolando il turismo all’offerta correlata alla sola attività agricola, alimentare e forestale”.

Spetta adesso alla presidenza del Consiglio, concludono i giudici di Palazzo Spada, “valutare nella sua responsabile discrezionalità l’opportunità di una rivisitazione del testo nel senso indicato, nonché l’opportunità dell’ulteriore corso del provvedimento con gli attuali contenuti”.

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