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AGRICOLTURA

Il consumo di suolo costa all’agricoltura quasi 7 miliardi di euro: campagne sempre più a rischio

Un danno economico, paesaggistico ma che abbraccia anche la sfera della sicurezza: Coldiretti e Agricoltori Italiani - Cia chiedono legge ad hoc
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Il consumo di suolo

La cementificazione non si ferma e i risultati sono da “bollino rosso” per il mondo agricolo: la perdita dovuta al consumo di suolo in termini di produzione agricola complessiva, ha raggiunto i 3,7 milioni di quintali per un danno economico pari a quasi 7 miliardi di euro in un arco temporale che va dal 2012 al 2019. A dirlo sono i dati del rapporto Ispra Snpa sul consumo di suolo in Italia 2020, dati che non lasciano dormire sonni tranquilli. Persi 250 milioni di chilogrammi di seminativi, 71 milioni di chilogrammi di foraggere, 26,6 milioni di chilogrammi dai frutteti, 20 milioni di chilogrammi dai vigneti e 9 milioni di chilogrammi dagli uliveti. Un “bagno di sangue” su cui l’agricoltura è costretta ad arretrare e che non accenna a fermarsi: nel 2020 sono andati persi altri 57 chilometri quadrati di territorio nazionale, al ritmo di 2 metri quadrati al secondo. La cementificazione finisce nel mirino, ma anche gli effetti dei cambiamenti climatici hanno il loro peso. La paura è quella di perdere, anno dopo anno, tutto quel patrimonio di bellezza, fatto di paesaggi e biodiversità, che rende l’Italia unica. Ma non solo perché le conseguenze possono coinvolgere anche la sfera economica e legata alla sicurezza del Belpaese.
Colidiretti sottolinea la gravità dello scenario attuale “in una situazione in cui il grado medio di autoapprovvigionamento dei prodotti agricoli in Italia è sceso a circa il 75% con il Paese costretto ad importare un quarto degli alimenti di cui ha bisogno in un momento di grandi tensioni nel commercio internazionale a causa dell’emergenza coronavirus”. Ma Coldiretti ha evidenziato anche un altro dato preoccupante: “sono saliti a 7.252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni”. Il presidente Ettore Prandini chiede un urgente cambio di direzione perché “se non poniamo un argine al consumo di suolo perdiamo un’opportunità in termini di sviluppo economico e occupazionale per l’intero Paese oltre al fatto che c’è un tema che riguarda l’ambiente, la sicurezza e la qualità della vita” aggiungendo come “occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da anni ferma in Parlamento, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.
Cia-Agricoltori Italiani sollecita, con forza, una legge ad hoc sul consumo di suolo, ricordando che in meno di venti anni lo Stivale ha visto sparire il 16% delle sue campagne. “L’Italia perde ancora terreno e l’agricoltura del Paese rischia di arretrare all’avanzare di una cementificazione forsennata e pericolosa che danneggia produzioni e paesaggio, patrimonio fondamentale da tutelare. Senza contare che la mancata manutenzione del territorio, il degrado, l’incuria, la cementificazione selvaggia e abusiva, l’abbandono delle zone collinari e montane dove è venuto meno il fondamentale presidio dell’agricoltore, contribuiscono a quei fenomeni di dissesto idrogeologico che hanno reso ancora più fragile l’Italia e in quelle zone maggiormente vulnerabili e neanche ora al riparo dall’avanzare della copertura artificiale”.

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