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IL CROLLO DEI PREZZI DELLE UVE “METTE D’ACCORDO” IL MONDO DEL VINO ITALIANO

Da Nord a Sud il crollo dei prezzi delle uve assume una forma generalizzata e sembra essere l’unico elemento che unisce l’Italia del vino. I prezzi delle uve raccolte nel 2005, ormai a vendemmia terminata, segnano un drammatico ridimensionamento nell’ordine quasi del –50% su quelli spuntati nella scorsa stagione, che, peraltro, aveva già palesato questo trend negativo. A causare questa “emorragia” al ribasso, la crisi conclamata del mercato del vino e il problema delle cantine “piene”, che sta trasformandosi in una vera e propria emergenza, specie dopo l’abbondantissima vendemmia 2004.

In Piemonte un quintale di uve Nebbiolo atte a diventare Barolo costa dai 135 ai 140 euro al quintale (nel 2004 valeva 150 euro), ma questa stima potrebbe essere al ribasso, visto il peggioramento delle condizioni metereologiche che potrebbero diminuire la qualità delle uve di un vitigno notoriamente tardivo. Per un quintale di Barbera, invece, bastano dai 35 ai 45 euro, 60 euro per le partite migliori.

In Toscana, un quintale di Sangiovese atto a diventare Brunello di Montalcino vale oggi dai 100 a i 120 euro, mentre le partite di buonissima qualità possono arrivare a 150-180 euro (l’anno scorso valeva 240 euro al quintale). Nel Chianti, il Sangiovese atto a diventare Chianti Classico costa al massimo 50 euro al quintale (nel 2004 spuntava un prezzo di 90 euro).

Stessa situazione spostandosi verso sud: un quintale di Montepulciano d’Abruzzo non supera i 35 euro al quintale, vale, invece, 40 euro un quintale di uva Primitivo. In Sicilia il Nero d’Avola oscilla tra i 25 e i 40 euro massimi, a seconda della qualità delle uve.

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