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A MODENA, CARPI E SASSUOLO

Il “FestivalFilosofia” apparecchia la tavola con i “menu filosofici”, ricordando Tullio Gregory

Oltre 20 anni fa, il filosofo e gourmet ha ideato la cucina filosofica, ispirata al tema dell’evento e con i prodotti del territorio (17-19 settembre)
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Tullio Gregory

Un’occasione di convivialità che parte dalla consapevolezza che la cucina è un “fatto culturale” e la tavola un luogo d’incontro, e che si traduce in piatti di originalissimi menu realizzati con prodotti tipici del territorio, per valorizzare la tradizione gastronomica locale, ma proposti e reinterpretati dai ristoranti e dalle enoteche delle tre città del Festival ispirandosi di volta in volta al tema filosofico al centro del dibattito. Ricordando Tullio Gregory, ideatore oltre 20 anni fa della cucina filosofica, il “FestivalFilosofia” tornerà ad apparecchiare la tavola dei locali di Modena, Carpi e Sassuolo, con i “menu filosofici”, proseguendo il progetto del filosofo e gourmet di un percorso gastronomico che declinerà l’“ingrediente” della libertà, accompagnato dai vini come il Lambrusco Doc (17-19 settembre).
Un tema ancora più attuale, dopo la pandemia, suddiviso in 150 appuntamenti e 45 lezioni magistrali con personalità come Umberto Galimberti, Massimo Caccciari, Massimo Recalcati e Michela Marzano, da Paolo Benanti ad Enzo Bianchi, da Maurizio Ferraris a Salvatore Natoli, da Chiara Saraceno a Carlo Sini e Maurizio Ferraris, cui si aggiungono come sempre nomi nuovi, da Luciano Floridi a Michael Ignatieff, Marc Lazar e Catherine Malabou. Ma tradizione, ironia e buona cucina, come sempre, ispireranno anche la “razionsufficiente”, il cestino del Festival (per pranzare e cenare al costo di 6 euro).
Non c’è “festivalfilosofia” senza la tradizionale cucina filosofica, e saranno otto i “menu filosofici” ricavati e creati legando il tema della “libertà” ai piatti della tradizione gastronomica modenese, proseguendo il progetto di cucina filosofica nato da un’idea di Tullio Gregory, fin dalla prima edizione, da sempre membro del Comitato Scientifico del Festival.
Da “Primi - Articolo primo”, ovvero tortellini in brodo, tortelli di zucca, risotto con le verze, lasagne verdi e tortelli fritti al savor, a “Gnocco - Scelta condivisa”, un cestino con gnocchini fritti e tigelle con lardo, Prosciutto di Modena Dop e affettati misti, verdure in pinzimonio e crostata di Amarene Brusche di Modena Igp; dai “Fritti - Gabbia dorata”, con il gran fritto alla modenese di carni, verdure, frutta e crema, pote con pancetta e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e gelato di crema con mirtillo nero dell’Appennino modenese, al “Vegetariano - Libertà edenica”, con erbazzone, tagliatelle ai funghi, frittata di patate e porri, insalata di verdure dell’orto con Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e macedonia di frutta; dagli “Arrosti - Corte dell’aia”, a base di maccheroni al pettine con ragù di anatra, arrosti misti di anatra, faraona e galletto, patate di Montese arrosto e salame di cioccolato, ai “Bolliti - Abitudini della domenica”, con passatelli in brodo, bollito misto con salse cotte e crude, puré di patate e zuppa inglese; da “Pesce - In mare aperto”, con crostini caldi con burro e acciughe, spaghetti allo sgombro, frittura di alici, radicchi verdi e rossi con Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e sorbetto al limone, al “Calice e tagliere - Carta fondamentale” con pane comune, gnocco ingrassato, affettati, Parmigiano Reggiano Dop 30 Mesi, formaggi dei Colli modenesi, e un calice di vino scelto tra una selezione di Lambruschi Doc (Sorbara, Castelvetro, Salamino di Santacroce e Modena) e vini bianchi modenesi (Trebbiano e Pignoletto).

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