“Se si prende in considerazione la massa del Pianeta Terra, il mare è predominante. E sono convinto che si svilupperà sempre più un “agricoltura del mare”, guardando alle alghe, ma non solo, che sarà utilissima per il futuro del cibo per uomini e animali”: così, a WineNews, Carlo Petrini, fondatore Slow Food e presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che al Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha presentato il “Patto con il Mare per la Terra”, un progetto (qui il documento integrale) nato per favorire la cultura della sostenibilità nell’economia del mare, diffondendo conoscenza, promuovendo politiche di salvaguardia della biodiversità marina, unendo nell’azione comune le università, il mondo dell’impresa e il settore della ricerca scientifica.
“Il legame tra terra e mare è molto stretto. Ogni nostra azione, compiuta anche a decine di chilometri dalle coste, ha un impatto sul mare, a partire dal consumo d’acqua casalingo all’utilizzo di pesticidi in agricoltura. Il mare è sempre più vitale: è fonte di cibo, assorbe gran parte della C02, può essere un’importante fonte di energia rinnovabile - ha detto Petrini - dato che il vento in mare non manca mai, e rappresenta un fattore importante per l’economia. Inoltre, sebbene non sempre consideriamo questo aspetto, dipendiamo strettamente dalla biodiversità marina in molti modi diversi. Pertanto, il Patto vuole creare un forum permanente che ci deve vedere tutti protagonisti: dalle università, alle aziende ai singoli cittadini”.
“Il mare è una risorsa naturale - ha aggiunto il Ministro, Francesco Lollobrigida - che appartiene a tutti noi. Una ricchezza, però, di cui purtroppo abbiamo perso nel tempo la percezione. Bisogna tornare a valorizzarla con la massima pienezza e sui temi cardine del Patto con il Mare per la Terra da parte del Governo Meloni c’è la più ampia volontà di ragionare insieme per trovare la strategia migliore. Una strategia che si deve confrontare sia con la scienza sia con il nostro modello culturale”.
Il Patto intende elaborare strategie condivise per raggiungere gli obiettivi esplicitati dagli 11 descrittori con cui la Commissione Europea definisce i criteri e le norme metodologiche relativi alla valutazione del buono stato ecologico delle acque e i traguardi ambientali per la strategia marina, in equilibrio con lo sviluppo sostenibile del pianeta. “Ho ideato il Patto con il Mare partendo dalla percezione del pericolo di non considerare l’importanza dell’ecosistema marino, ad iniziare dal fatto che nessuno prende in considerazione che il 50% del nostro respiro viene dal mare - sottolinea Silvestro Greco, ideatore del Patto con il Mare per la Terra, direttore del Laboratorio di Sostenibilità e Economia Circolare di Unisg e vicepresidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli - il mare forma il 90% della biosfera, copre il 71% della superficie terrestre e assorbe il 50% delle emissioni gas serra. Tuttavia solo il 5% del fondo oceanico è stato esplorato e solo il 7% viene custodito grazie alle riserve e alle aree marine protette. Da qui la volontà dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo di farsi promotrice di un patto per sensibilizzare sul capitale naturale più importante e partecipare alla costruzione di un modello alternativo a quello attuale”.
“Il Patto con il Mare per la Terra - ha detto ancora Roberto Danovaro, professore di Biologia Marina ed Ecologia dell'Università Politecnica delle Marche - intende costruire una rete di esperienze, competenze e soluzioni per mettere insieme il mondo produttivo con quello della ricerca, le istituzioni con i cittadini. Consapevoli che tutto quello che facciamo anche lontanissimo dalla costa finisce rapidamente in mare e determina impatti sugli ecosistemi sulla biodiversità ma anche alla salute dell’uomo. Perciò il Patto è uno strumento nuovo, non solo per aumentare la consapevolezza di quello che possiamo fare per tutelare questo bene comune indispensabile per il nostro benessere, ma più in generale rappresenta una straordinaria opportunità per le aziende, di orientarsi verso la sostenibilità diventando al contempo più competitive, innovative e performanti, con lavoratori e consumatori più felici e consapevoli. L’Italia vanta il territorio marino nazionale di estensione doppia rispetto a quella dell’ambiente terrestre: un potenziale straordinario da valorizzare; ad esempio, in termini di energie naturali pulite rinnovabili, ma dobbiamo farlo in modo autenticamente sostenibile per non pregiudicare altri asset fondamentali per la nostra economia come quella del turismo blu. Si tratta di una grande sfida culturale che richiede una piena consapevolezza e volontà di azione”.
L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha il compito di aggregare competenze, relazioni, progetti e formazione, a partire dal proprio centro di ricerca interno e del proprio network di sostenitori. Tra le prime realtà che hanno sottoscritto il Patto, vi sono i Partner Strategici Unisg, insieme ad alcuni atenei e enti di ricerca. Il Patto si propone inoltre di essere, con la Stazione Zoologica Anton Dohrn, le Università e gli Enti che aderiranno, il punto di riferimento per la conoscenza delle problematiche relative all’ecosistema marino, a partire dalla promozione di un approccio efficiente al monitoraggio e la gestione ambientale delle acque costiere e portuali.
Il ruolo di Pollenzo, spiega una nota, può essere fondamentale per due ragioni: la prima è quella direttamente collegata al cibo del mare, mettendo a frutto l’esperienza maturata venendo in contatto con le varie comunità di pescatori e di operatori del settore ittico e la seconda è quella di comunicare al più ampio mondo dell’alimentare e della produzione in diversi altri settori, poiché tutto è collegato e, soprattutto, tutto in un modo o nell’altro finisce in mare.
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