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Il Merano Wine Festival? Una vetrina di eccellenza, capace di far incontrare vignaioli, consumatori e trader di Germania, Austria e Svizzera, in una cornice unica, come hanno raccontato, a WineNews, i produttori del Belpaese

Italia
Il Merano Wine Festival, una vetrina di eccellenza

Il Merano Wine Festival, di scena dal 4 novembre a domani 8 novembre, si è imposto come una delle manifestazioni più longeve e partecipate del mondo del vino italiano. Una formula che si può riassumere nelle parole dei produttori, sentiti da WineNews nei giorni della kermesse firmata da Helmuth Köcher, da cui emerge come quella della Kurhaus sia una vetrina ambita ed apprezzata soprattutto per la sua esclusività, ma anche per la possibilità di incontrare, per la prima volta dopo la vendemmia, i colleghi da tutta Italia, di fronte ad un pubblico di livello, consapevole, curioso e preparato. Merito di una cornice unica, quella delle Dolomiti, di un livello qualitativo sempre alto, che attrae giornalisti e trader, specie da Germania, Austria e Svizzera, sotto lo stesso tetto. In un periodo dell’anno in cui la concorrenza è stata letteralmente sbaragliata, tanto che la Merano Award Selection farà tappa, nei prossimi mesi, a Roma, Siena e Milano (www.meranowinefestival.com).

Come ricorda il produttore simbolo del Molise, Alessio Di Majo Norante, “è una delle poche manifestazioni rimaste in questo periodo: una volta c’era Genova, poi Milano e Torino, che non è riuscita ad essere all’altezza in termini di vino. Qui non si viene per motivi commerciali, è un salotto di amatori”. Ma Merano, come dice Rodolfo Maralli, direttore sales & marketing di Castello Banfi, la cantina che ha lanciato il Brunello di Montalcino nel mondo, è anche “lo specchio ed il termometro della situazione attuale, ci racconta le tendenze commerciali ed è la manifestazione antesignana dell’odierno panorama dei wine tasting. È un solido punto di riferimento, italiano ed internazionale”. Per molti, come detto, è un appuntamento irrinunciabile, per qualcuno da sempre, come il produttore di Soave Roberto Anselmi, uno dei leader dei grandi bianchi italiani, presente “da sempre, per noi è un momento di comunicazione importante, il primo dopo la vendemmia in cui ci possiamo incontrare tra vignaioli e scambiarci idee ed opinioni”.

Una vetrina importante, resa tale anche da un pubblico curioso e competente, che ne fanno “una fiera diversa, con una clientela particolare, molto preparata e che vivacizza molto l’ambiente”, come racconta Davide Abbona, ultima generazione della griffe Marchesi di Barolo. Importante anche la posizione di Merano, a due passi da Austria e Germania, mercati fondamentali per il vino italiano, da cui arrivano sia consumatori che trader, “ma non come qualche anno fa”, come fa notare, col sorriso sulle labbra, Augusto Boffa, della piemontese Pio Cesare.

“Per noi è una vetrina, la possibilità di far parte di una elite di qualità, con una selezione importante anche tra le aziende biologiche e biodinamiche”, aggiunge Annamaria Sala della siciliana Gorghi Tondi. “Appuntamento importantissimo, anche per noi che veniamo da tanti anni, capace di far incontrare produttori, consumatori, giornalisti e ristoratori, ma anche il mondo del trade in un contesto bello e piacevole”, dice Francesco Domini della campana Feudi San Gregorio. “Noi qui giochiamo in casa, è un dovere esserci, sia per incontrare clienti che amici produttori che vengono da ogni angolo d’Italia”, spiega, invece, Hans Terzer, di San Michele Appiano. “A Merano è bello venirci, come posto, come accoglienza, è cresciuta negli anni e si incontra sempre bella gente”, commenta Martino Manetti della griffe del Chianti Classico Montevertine.

Anche per Caterina Allegrini, marchio storico dell’Amarone della Valpolicella, “è un appuntamento molto importante per i nostri clienti italiani, che possiamo incontrare in un clima di festa”, così come per la collega Nadia Zenato, che considera il Merano Wine Festival “una vetrina anche per le nostre grandi annate da far scoprire al consumatore finale”. Recente è la presenze della toscana Monteverro, come racconta Silvia Marchetto, responsabile marketing della cantina di Capalbio, nel cuore della Maremma: “per noi è la prima fiera a cui abbiamo partecipato, nel 2011, selezionati per la nostra qualità. Qui riusciamo ad avere il nostro pubblico ed i nostri clienti dalla Germania, dall’Austria e dalla Svizzera”.
“Merano è una vetrina importante, aperta su un pubblico internazionale”, aggiunge Francesco Ferreri, proprietario, con Gaetana Jacono, della siciliana Valle dell’Acate, cui fa eco Piernicola Leone De Castris, della storica griffe pugliese: “è una manifestazione incentrata sulla qualità, un’azienda come la nostra non può mancare”. Sempre dalla Puglia, Gianfranco Fino, il “padre” del Primitivo Es, dà un senso più ampio al Merano Wine Festival, che va “dalla scenografia bellissima alla città, ma soprattutto perché funziona e rappresenta una grande occasione per presentare i nostri vini al grande pubblico”.

Fa parte della memoria storica del Festival Guido Fantino dell’azienda di Barolo Conterno Fantino, che ricorda come “all’inizio non era così grande, ma la qualità delle persone e delle aziende è sempre alta”. Per il trentino Alois Clemens Lageder, “Merano è un bel momento anche per conoscere realtà diverse da quelle altoatesine”.
Secondo Francesco Rotolo, a capo della friulana Mario Schipetto, “la vetrina più importante in Italia, quella delle eccellenze, dove assaggiare tante anteprime e tante novità”. Importante, secondo Salvatore Geraci, vigneron siciliano con Faro Palari, l’essere “diverso dalle altre fiere, in un contesto più piccolo, non solo urbano, e poi, essendo baricentrico rispetto all’Europa, qui convergono gli operatori di Germania e Svizzera”.

E, se per Alessandro Mori, della piccola griffe del Brunello di Montalcino Il Marroneto, il senso di Merano è quello di essere “il fulcro delle eccellenze enoiche”, per uno dei simboli del Prosecco, Gianluca Bisol, si tratta di “un’occasione esclusiva, che gode di un filtro e di una selezione nel mare magnum del mondo del vino”.
Insomma, a Merano “il vino di qualità trova il suo palcoscenico ideale”, come racconta il re del Sagrantino di Montefalco, Marco Caprai, ma “qui è anche dove le aziende iniziano a mettere in piedi le strategie per l’anno prossimo”. In poche parole, il senso del Merano Wine Festival è forse quello riassunto dalle parole di uno dei migliori interpreti del Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano, Franco Adami: “la più bella manifestazione rivolta al pubblico, non è una fiera, ma un momento di degustazione in cui i consumatori incontrano i produttori, disponibili a presentare i vini e la loro filosofia”.

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