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ITALIA

Il Natale al tempo del Covid: per un italiano su tre non c’è posto a tavola

Coldiretti: divieti e limitazioni si ripercuotono sul sistema economico e occupazionale. L’agroalimentare made in Italy rischia di perdere 5 miliardi
Coldiretti, CONSUMI, MADE IN ITALY, NATALE, TAVOLA, Non Solo Vino
A Natale, tavola ridotta per gli italiani

Il Natale al tempo del Covid, senza pranzi e cenoni, rischia di far saltare il posto a tavola ad un italiano su tre. Lo rivela un’analisi Coldiretti-Ixè, dopo il vertice del Governo, sul tema pranzi-cene di Natale nell’emergenza sanitaria. Il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni, ma anche i limiti posti agli spostamenti e dal coprifuoco e l’invito a festeggiare tra conviventi e a tagliare drasticamente il numero delle persone a tavola fino ad un massimo di 6 commensali (erano 9 di media nel 2019), significa di fatto maggiore sobrietà con meno brindisi ed un netto taglio delle portate. Senza contare, sottolinea Coldiretti, i tanti italiani, spesso anziani, che saranno costretti a trascorrerlo da soli.
Ma gli effetti si ripercuotono anche sul sistema economico ed occupazionale. Il Natale senza pranzi e cenoni, precisa la Coldiretti, rischia di far perdere fino a 5 miliardi che sono stati spesi lo scorso anno dagli italiani, in casa e fuori, solo per imbandire le tradizionali maxi-tavolate delle feste di fine anno.
Le limitazioni mettono a rischio intere filiere produttive agroalimentari colpendo i consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci spariti dalle tavole lo scorso anno solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno.
A pesare sono anche i limiti posti a locali e ristoranti in tutto il mondo che, evidenzia la Coldiretti, fanno crollare la domanda di prodotti agroalimentari Made in Italy in un momento determinante per i bilanci dell’anno di molte imprese. Le feste di fine anno fanno registrare ad esempio tradizionalmente il massimo di domanda di spumanti e vino italiani.
Senza dimenticare l’impatto negativo della mancanza di turisti italiani e stranieri con quasi un terzo della spesa turistica nel Belpaese destinata proprio all’alimentazione. Il crollo delle spese di fine anno a tavola e sotto l’albero rischiano di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani che, nell’intero 2020, fanno segnare un crollo storico del 12% con una perdita secca di 30 miliardi di euro, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea.

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