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COLDIRETTI

Il vice Premier e Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio a Coldiretti: il Ceta non s’ha da fare

All’Assemblea Coldiretti oggi a Roma Di Maio conferma l’apertura sui voucher. Il Ministro Centinaio: “stiamo bloccando tutto ciò che possiamo”
Coldiretti, GIAN MARCO CENTINAIO, LUIGI DI MAIO, ROBERTO MONCALVO, Non Solo Vino
Di Maio all'Assemblea della Coldiretti oggi a Roma

La guerra dei dazi tra Usa e Cina, l’Italian Sounding, l’utilità dei voucher nella vendemmia, l’embargo alla Russia, i risvolti economici della Brexit, le etichette d’origine, il lavoro dei migranti. Tutti i temi che accendono il dibattito intorno al mondo dell’agricoltura italiana, in relazione anche all’economia mondiale, e di cui si parla da mesi, se non anni, sono stati discussi oggi all’Assemblea della Coldiretti, a Roma, dal presidente Roberto Moncalvo alla presenza del Vice Premier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio e del Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, che hanno sfruttato l’occasione per fare il punto sull’agenda politica ed economica dell’agricoltura italiana.
“Al di là delle dimensioni politiche del caso e della consueta scompostezza e rumorosità del Presidente Usa Donald Trump - ha esordito Roberto Moncalvo - è indubbio che le scelte del leader statunitense hanno almeno il merito di accendere un faro sulla natura, le conseguenze e le responsabilità di chi ha guidato finora il processo di globalizzazione sul nostro pianeta, del ruolo dei grandi conglomerati economici sovranazionali, degli Stati e dell’Unione Europea. Dal nostro osservatorio - ha sottolineato ancora Moncalvo - ci sembra di rilevare come all’idea di “libero commercio”, nel corso di questi anni, si sia sempre più dissociata l’idea di un commercio “equo”, che tenesse conto del rispetto di regole condivise sul piano ambientale, della tutela sociale dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini. Arrivano purtroppo anche in Italia i prodotti ottenuti dallo sfruttamento del lavoro dei 108 milioni di bambini nelle campagne censiti dalla Fao”. Un duro attacco alle logiche economiche che guidano il mercato alimentare globale, che hanno portato anche, nel corso degli anni, sì al riconoscimento mondiale dei prodotti italiani tradizionali, ma che allo stesso tempo li ha penalizzati con la scarsa attenzione per i falsi. Il fenomeno dell’Italian Sounding è infatti ormai un problema esteso a molti Paesi di tutto il mondo, ma i riflettori ultimamente si sono accesi sul Canada, con cui l’Unione Europea ha firmato dei trattati di libero scambio: “in netta controtendenza all’aumento fatto registrare sui mercati mondiali, le esportazioni di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano in Canada sono diminuite in valore del’10% nel primo trimestre del 2018, quello successivo all’entrata in vigore in forma provvisoria il 21 settembre 2017 dell’accordo. Si tratta - ha sottolineato Moncalvo - di una prima, ma significativa analisi sulla mancata protezione dei marchi made in Italy da parte dell’accordo di libero scambio siglato dall’Unione Europea con il Canada entrato in vigore ma che l’Esecutivo ha giustamente intenzione di chiedere al Parlamento di non ratificare, come del resto previsto nel contratto di governo”. Parlando proprio di Ceta, il presidente Moncalvo ha colto l’occasione per esprimere apprezzamento per il vice Premier e Ministro delle Sviluppo Economico Luigi di Maio, che proprio all’Assemblea di oggi ha annunciato la mancata ratifica del Ceta da parte dell’Italia. “Il Ceta dovrà arrivare in aula per la ratifica - ha detto - se anche uno solo dei funzionari italiani all’estero continuerà a difendere trattati come il Ceta sarà rimosso”. In un momento in cui in Europa e in Italia sembra che preoccuparsi degli affari nostri sia una brutta cosa, Di Maio ha rivendicato un sano sovranismo, non accusando i Paesi che vogliono entrare nella nostra economia, ma chi ha portato avanti queste teorie. “Intendiamoci: gli altri fanno il loro lavoro, siamo noi che dobbiamo difenderci e difendere l’Italia e l’economia italiana”. “Una conferma - ha precisato Moncalvo - di un accordo sbagliato e pericoloso per l’Italia contro il quale si è sollevata una vera rivolta popolare che - ha continuato Moncalvo - ci ha visti protagonisti su tutto il territorio nazionale dove hanno già espresso contrarietà 15 Regioni, 18 Province 2500 Comuni e 90 Consorzi di Tutela delle produzioni a denominazioni di origine”.
Ma la minaccia al settore agricolo italiano non arriva solo dal Canada: a preoccupare la Coldiretti sono anche la Russia, col problema degli embarghi Europei, la Brexit dell’Inghilterra e la questione delle etichette informative sui cibi. Per quanto riguarda gli embarghi, Roberto Moncalvo ha sottolineato come “Il risultato è l’azzeramento della spedizione di prodotti agroalimentari made in Italy in Russia che per molto tempo è stata un mercato importante per l’Italia. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni - ha continuato Moncalvo - si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in Italy.
Anche l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è, per la Coldiretti, una minaccia alle esportazioni italiane. Come ha affermato il presidente Moncalvo, la ferma posizione della Coldiretti è quella per cui “a pagare il conto della Brexit non può essere l’agricoltura italiana: i tagli per 2,7 miliardi di euro al budget della Politica Agricola Comune (Pac) colpiscono 800.000 aziende agricole, mettendo così a rischio la loro capacità di affrontare sfide chiave per il Paese e per la Ue stessa, dai cambiamenti climatici all’immigrazione alla sicurezza. La proposta della Commissione Ue sul primo bilancio pluriennale dopo l’uscita della Gran Bretagna indebolisce l’agricoltura, l’unico settore realmente integrato dell’Unione e ciò significa minare - sottolinea Moncalvo - le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro. Una scelta peraltro giustamente bocciata - continua Moncalvo - dal Parlamento Europeo oltre che dagli stessi cittadini dell’Unione che per il 90% sostengono la politica agricola a livello comunitario per il ruolo determinante per l’ambiente, il territorio e salute secondo la Consultazione pubblica promossa dalla stessa Commissione europea”.
La tutela del made in Italy, comunque, non è solo una questione economica: spesso, si parla proprio di tutela della salute del consumatore, tema che da sempre sta a cuore alla Coldiretti, da sempre in prima fila per l’introduzione delle etichette di provenienza dei cibi su tutti i prodotti, e a cui si deve l’apertura del dibattito che ha portato all’introduzione d’obbligo d’origine per quanto riguarda uova, latte e derivati, pomodori trasformati. Negli ultimi giorni, si è ritornati sul tema a causa dell’allarme Listeria, batterio che avrebbe contaminato alcuni prodotti surgelati provenienti dal Beglio. “Nel primo semestre del 2018 in Italia - ha riferito Moncalvo - si sono verificate 222 emergenze alimentari secondo il sistema di allerta rapido comunitario (Rasff) soprattutto per la presenza di microrganismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, infestazione parassiti o corpi estranei su alimenti provenienti in quasi 9 casi su 10 dall’estero. Nonostante i passi in avanti - ha continuato Moncalvo - permangono purtroppo ancora ampie zone d’ombra e ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute, come dimostrano gli scandali alimentari degli ultimi anni che si sono propagati rapidamente a livello planetario per la mancanza di trasparenza”. Per la Coldiretti, ad ogni modo, la tutela dei prodotti tricolore va tutelata dalle “minacce” estere così come da quelle interne.
Quindi i voucher, verso cui Di Maio ha confermato la sua apertura. Fin dalla loro abolizione lo scorso anno, la Coldiretti si è dichiarata preoccupata per il rischio al ritorno al lavoro nero, soprattutto nelle campagne e durante la vendemmia, dove i voucher sono effettivamente sempre stati usati in modo corretto: proprio per la vendemmia e per i lavori nei campi i voucher erano stati introdotti nel 2008, e per colpa del loro cattivo utilizzo in altri settori, come la ristorazione, sono stati poi aboliti. “Il loro ritorno nei campi, ha sottolineato Moncalvo, riafferma i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori, anche perché nelle campagne i beneficiari possono essere soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali. Meno del 2% del totale dei voucher - afferma il presidente di Coldiretti - è stato impiegato in agricoltura, dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso”.
“Non firmo niente ad occhi chiusi - ha detto da parte sua il Ministro Centinaio - nella lotta alla contraffazione siamo insieme in prima linea. Abbiamo un apposito Dipartimento che lavora quotidianamente a livello nazionale e internazionale. Tutto ciò che possiamo bloccare in tutto il mondo lo stiamo bloccando, l’anno scorso sono stati effettuati 50 mila controlli. La nostra agricoltura va tutelata, non ha meno dignità rispetto ad altri settori. Così come il consumatore, che avere la possibilità di decidere se acquistare riso italiano o riso della Cambogia”.

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