Il prodotto-vino non tira più come un tempo. E’ questa la dura e spietata realtà, ampiamente documentata da più parti e con la quale attualmente dobbiamo fare i conti. Stando ad un’inchiesta, realizzata da www.winenews.it, sito d’informazione del vino italiano, sono sempre più numerosi i produttori “obbligati” a praticare sulle bottiglie destinate agli Stati Uniti sconti importanti (intorno al 20-25%), per annullare il cambio sfavorevole, di cui, dall’altra parte dell’oceano, nessuno vuole sobbarcarsi il peso. Analogo meccanismo coinvolge le bottiglie destinate al mercato giapponese, dove lo yen si svaluta progressivamente rispetto all’euro.
Ma lo “sconto facile” sta diventando un fenomeno in crescita anche a prescindere dal “caro-cambio”. La scontistica ad ampio respiro sta dunque diventando un irrinunciabile strumento di vendita anche per un settore merceologico come quello del vino, che sembrava fino a poco tempo fa vivere in una dimensione avulsa dalle altre realtà.
Ma, all’interno di una crisi diffusa, specialmente dei mercati internazionali, si registrano anche segnali incoraggianti e qualche timida controtendenza: le percentuali di vendita, negli Stati Uniti, rivelano una confortante tenuta e, in qualche caso, anche un accenno al loro innalzamento, nonostante l’euro forte. Si tratta letteralmente di ossigeno puro sia per i produttori che per l’intero mondo del vino.
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