- L’investimento in vigneti ed aziende vintivinicole suscita sempre grande interesse nel mondo delle celebrità e delle stelle del cinema. Il famoso regista Francis Ford Coppola già proprietario dell’azienda Niebaum-Coppola, situato nel Napa Valley, in California, a dicembre 2002, ha pagato una cifra esorbitante per un “premium” vigneto, confinante con la sua azienda a Napa. L’azienda in questione, JJ Cohn, non ha rilasciato il prezzo della vendita, ma “si dice” che si tratti di una cifra “shocking”, sui 162,000 dollari per ettaro, paragonato al costo medio, che si aggira intorno ai 60,000 dollari per ettaro. Si dice che Coppola mira a fare “America’s great first growth winery”, e per questo era disposto a battersi sul prezzo di vendita iniziale di 24 milioni di dollari, offerta da Robert Mondavi. Il vigneto in questione di JJ Cohn è uno dei vigneti “mitici” californiani, 34 ettari di Cabernet Sauvignon. Con l’aggiunta di questi 34 ettari, la proprietà di Coppola raggiunge 105.2 ettari. Il pedigree degli uvaggi di Cohn, sono noti per essere usati nei top vini californiani: Phelps, Opus One, Niebaum-Coppola e Etude. Da ora in poi queste uve veranno usati per il Rubicon di Coppola, un vino cult, a base di Cabernet, che si vende a 100 dollari alla bottiglia.
- Il Yadkin Valley American Viticultural Area che si trova nel Nord Carolina, è la prima denominazione vitivinicola ufficiale americana, autorizzato dal Governo Usa. Dal 7 febbraio 2003, si potrà utilizzare Yadkin Valley American Viticultural Area, sull’etichetta di ogni bottiglia proveniente dalla zona di produzione la quale si espande su un’area totale di 5,500 ettari e comprende 150 ettari di vigneti e 6 aziende vitivinicole. La storia del vino del Nord Carolina risale ai tempi del colonialismo. I primi vini prodotti in questa zona provengono da uvaggi autoctoni americani della famiglia del Muscadine. A cominciare dai primi anni del Novecento, fino agli inizi dell’ultimo secolo, in Nord Carolina, esisteva un’industria fiorente di produzione di vino, basato sull’uvaggio Scuppernong, che è andato a morire con l’entrata del proibizionismo. Oggi gli uvaggi presenti nel Nord Carolina sono Cabernet Sauvingon, Cabernet Franc, Chardonnay, Merlot, Mourvèdre, Riesling, Sauvignon Blanc, Seyval Blanc, Syrah and Viognier.
- I ristoratori di New Yorke sono in rivolta per via di una proposta del Ministero dell’Agricoltura del Governo Italiano, presentata nel novembre 2002, al ristorante “Le Cirque”, a circa 160 ristoratori, importatori e giornalisti. La proposta riguarda la certificazione dell’autenticità dei ristoranti Italiani negli Usa. Con questa proposta, il Ministero dell’Agricoltura propone di salvaguardare l’autenticità del “made in Italy”, verificando che i menu e gli ingredienti usati nei ristoranti Itliani all’estero sono di provvenienza Italiana. Questo programma fa parte di un progetto per promuovere ed ampliare l’esportazione dei vini e dei prodotti alimentari italiani all’estero, in particolare negli Usa, dove ci sono niente meno di 11,000 ristoranti italiani, di cui, secondo il Ministero dell’Agricoltura, soltanto 2,700 si possono considerare veramente e autenticamente italiani. Paolo Secondo, proprietario del ristorante newyorkese, “Barolo in Soho”, infuriato da questa proposta ha ribadito “come osano venire qui a dirci come dobbiamo gestire i nostri ristoranti?”. Gianni Garavelli, proprietario del “Bravo Gianni” ha dichiarato che lui è nato in Italia e ha imparato il mestiere di chef in Italia, e, dopo 54 anni di esperienza di cucina Italiana, non ha intenzione di starsene a sentire certe sciochezze. Tony May, proprietario del “San Domenico”, ristorante di New York, e presidente del Gruppo Ristoranti Italiani, un’associazione che dal 1979 è impegnata nel promuovere la cucina italiana, ha invece difeso l’idea dichiarando che “ad implementarla e a dirigerla dovrà essere un consiglio di amministrazione non governativo”. L’implementazione del programma dovrebbe avere inizio nell’ottobre 2003 a seguito di una campagna pubblicitaria mirata a vincere l’accettazione della certificazione che verebbe tramite una serie di controlli nei locali. Chi supera il controllo verrà premiato con il certificato di autenticità “made in Italy”.
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