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CONSUMI

In Italia i superalcolici si acquistano sempre di più online e gin e vodka interessano più del vino

Idealo: il 97% delle intenzioni di acquisto nel beverage riguarda le bevande alcoliche, con una crescita di interesse per il vino solo dello 0,5%
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Analisi sul consumo di alcolici in Italia

Cresce l’interesse per gli alcolici nel Vecchio Continente. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), in Unione Europea si registra il più alto tasso di consumo di alcol al mondo con ben 8 Paesi tra i primi 10. In Irlanda si pensa ad apporre etichette sugli alcolici per evidenziarne i rischi sulla salute, una scelta che ha riaperto il dibattito sul consumo di bevande alcoliche, mentre in Italia e non solo, c’è chi condanna il consumo di alcol in toto e chi ritiene si debba contrastarne il consumo eccessivo. A fare un’analisi della situazione nel nostro Paese ci ha pensato “Idealo”, il noto comparatore prezzi con oltre 130 milioni di offerte di oltre 30.000 negozi online, per comprendere se l’interesse online nei confronti degli alcolici sia effettivamente cresciuto anche in Italia o meno.
Quello che emerge è che il comparto food&beverage nel nostro Paese continua a farsi sempre più spazio. Secondo un recente sondaggio di “Kantar” per “Idealo”, infatti, circa il 21% dei consumatori italiani ha fatto almeno un acquisto online in questo settore negli ultimi tre mesi, con picchi del 24% nella fascia 35-44 anni.
Sul portale italiano di “Idealo”, il 97% delle intenzioni di acquisto legate al comparto beverage è relativo al mondo degli alcolici e solo il 3% a bevande analcoliche. Nel corso dell’ultimo anno, il 31% di quanti abbiano comparato prezzi e prodotti nel settore beverage si è indirizzato su “spumanti, Prosecco & Champagne”, il 12% su liquori e whiskey e circa l’11% su gin, rum e vini. Gli incrementi più significativi sull’anno precedente sono stati registrati sul comparto gin, il cui interesse è cresciuto dell’89%; seguono a ruota vodka (+75%), superalcolici (+53%), liquori (+46%), cognac & brandy (+40%), rum (+22%) e spumanti, Prosecco e Champagne (+16%). Questi dati mettono in luce come gli incrementi maggiori siano relativi principalmente al comparato dei superalcolici, basti pensare che la crescita di interesse legata ai vini nell’ultimo anno è stata pari solo allo 0,5%.
Un primato tutto italiano che curiosamente si distanzia molto dai dati registrati nel resto d’Europa. Basti pensare che negli altri Paesi in cui è presente “Idealo” (Germania, Austria, Francia, Spagna e Uk), i maggiori aumenti di interesse sono stati registrati sul comparto birra (+56% sullo scorso anno) e vino (+53%), mentre i gin e i whiskey hanno segnato numeri negativi (in dettaglio, -3% i gin e -2% i whiskey).
La crescita dell’interesse online nei confronti degli alcolici può essere anche stata favorita da un tasso di inflazione minore rispetto ad altri settori merceologici. Infatti, ad eccezione delle birre che in media hanno fatto registrare un aumento di costi superiore al 30%, liquori, gin, vodka e spumanti hanno segnato aumenti di prezzo tra l’1% e il 6%, mentre rum, vini, whisky, cognac & brandy hanno fatto registrare costi inferiori sull’anno precedente. Al contempo, anche i risparmi per chi decide di acquistare online sono sempre più consistenti: nell’ultimo anno chi ha acquistato sui canali digitali i liquori ha risparmiato fino al 58%, per i superalcolici fino al 20%, per cognac & brandy, spumanti, whiskey, rum e vodka tra il 10 ed il 15%.
“Premessa l’importanza di un consumo moderato e consapevole di alcol, - ha commentato Antonio Pilello, responsabile della comunicazione di idealo per l’Italia - l’aumento di interesse online nei confronti del comparto testimonia lo sviluppo del settore beverage in Italia ed il buono stato di salute dei tanti e-shop nati nel corso della pandemia. Livelli di inflazione più bassi, risparmi elevati ed un’offerta molto vasta stanno sostenendo il settore, con trend di crescita consistenti anche per il mondo dell’analcolico. Per quanto i volumi di ricerca restino più bassi rispetto agli alcolici, l’interesse nei confronti delle bevande analcoliche è infatti cresciuto dell’86% sullo scorso anno”.

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