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L’ENOTURISMO SI STUDIA ALLA BOCCONI: DAL 9 ALL’11 GIUGNO ECCO IL CORSO “IL TURISMO ENOGASTRONOMICO: STRATEGIE E STRUMENTI DI PROMOZIONE”, COORDINATO DA MAGDA ANTONIOLI, DIRETTORE DEL MASTER IN ECONOMIA DEL TURISMO DEL PRESTIGIOSO ATENEO

Nonostante i difficilissimi scenari economici, l’enoturismo è uno dei pochi asset economici che continua a crescere: nel 2009 6 milioni di enoappassionati in giro per l’Italia, per un volume di affari che vale 3 miliardi di euro (+20% sul 2008 - dati Città del Vino/Censis Servizi). Quali sono i “segreti” di questo successo? Lo abbiamo chiesto a Magda Antonioli, “inventrice” e tra le massime esperte dell’enoturismo, e direttore del Master in Economia del Turismo della Bocconi School of Management di Milano. “Secondo me - spiega a WineNews - sono due motivi i motivi principali: l’attenzione sempre più particolare a quello che sono i prodotti tipici e il territorio, a conoscerli e impararli, il collegamento alle risorse agroalimentari. E poi l’altro aspetto è che la gente cerca vacanze sono sempre più corte, e magari vicino casa e nella natura, molto spesso abbinate a un tipo di relax che può essere fare sport, o stare con i bambini, e questo risponde a un’esigenza. È un turismo ancora di nicchia che però registra una grande crescita”.

Ma per cogliere appieno le opportunità di questo comparto, e continuare a fare dell’Italia uno dei Paesi più competitivi in materia, è importante costruirsi una formazione professionale e approfondita. Un’occasione di prestigio arriva proprio dalla Bocconi, che dal 9 all’11 giugno organizza il corso “Il turismo enogastronomico: strategie e strumenti di promozione”. Una full immersion nei tanti aspetti dell’enoturismo, dai territori alle produzioni vinicole e alimentari di eccellenza, ma anche i cambiamenti della domanda, i processi di comunicazione, le tecnologie informatiche, l’accoglienza in cantine e strutture ricettive, e il confronto di casi di successo italiani e internazionali.

“È un corso diretto sia al privato che al pubblico - spiega la professoressa Antonioli - perché abbiamo capito che c’è la necessità da parte degli operatori di conoscere meglio il marketing, di tradurre le conoscenze delle nuove tecnologie in termini operativi, di capire con quali altri attori fare rete, come controllare la qualità dell’offerta e tanti altri aspetti”.

L’Italia ha fatto tanto negli ultimi 20 anni, ma quali sono le competenze su cui si deve intervenire di più?

“In realtà un po’ tutti. Partiamo dall’intermediazione che è trascurata e invece è sempre più importanti. E poi tutti gli aspetti del comparto ricettivo, che chiama in causa una grande varietà dell’offerta, dagli agriturismi ai Relais & Chateau, e l’azione del settore pubblico, che ha molto da dire nelle risorse agroalimentari ...”.

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