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LA COOPERATIVE VITIVINICOLE ITALIANE TEMONO L’UNIONE EUROPEA ALLARGATA E CHIEDONO UN PIANO NAZIONALE

L’allargamento dell’Unione Europea ai dieci nuovi partern crea preoccupazione nel mondo della cooperazione vitivinicola italiana. Così la pensa il Comitato del settore vitivinicolo di Confcooperative. “L’entrata dei nuovi Paesi competitori, con i loro straordinari apparati produttivi ed organizzativi - spiega il veronese Luigi Pasetto, presidente del settore vitivinicolo di Confcooperative -continua a provocare la flessione dei tradizionali Paesi produttori di vino, evidenziando nel contempo una rigidità eccessiva della Ue nelle azioni di risposta ed una conseguente ulteriore perdita di competitività”. Confcooperative chiede “la predisposizione di un piano vitivinicolo nazionale di filiera, che partendo da uno schedario completo ed aggiornato, consenta il rilancio delle nostre produzioni secondo indirizzi mirati alla riorganizzazione delle imprese e alla loro eventuale trasformazione in organizzazione dei produttori, secondo le normative europee, con le necessarie agevolazioni finanziarie e normative. Sono inoltre necessari provvedimenti che semplifichino e certifichino i prodotti a tutela dei consumatori (tracciabilità, consorzi di tutela che operino “erga omnes”).

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