- Venti di guerra si avvicinano e le tensioni tra gli Usa e l’Iraq si fanno sentire anche sul mercato globale del vino. Gli svizzeri, da sempre amanti della pace e della quiete, stanno boicottando i vini americani. Ed i distributori statunitensi lamentano delle difficoltà a vendere vino californiano sui mercati svizzeri. Caves Mövenpick, uno dei leader nella distribuzione dei mercati svizzeri, ha avvisato un ribasso del 7% nelle vendite dei vini Usa nel dicembre 2002. E così anche le maggiori catene di distribuzione che, alla fine del 2002, avvisavano un ribasso del 10% nelle vendite sul mercato svizzero. Secondo Ueli Eggenberger, Ceo di Caves Mövenpick, i bevitori di vino in Svizzera optano per il vino australiano o sudafricano. Sempre secondo Eggenberger, le ragioni del boicottaggio contro i vini americani sono due: uno è per via della politica internazionale di Bush contro l’Iraq e l’altra ragione per via dei prezzi alti di questi vini.
- Che cosa hanno in comune Disneland, il Golden Gate Bridge e la E. & J. Gallo Winery? Ebbene tutti e tre si trovano sulla lista che è finita sulla scrivania del "Attorney General" della California, a riguardo dei potenziali target terroristici. Anche se la lista rimane confidenziale, una copia è stata pubblicata dal quotidiano "Los Angeles Times". Il portavoce dell’ufficio del "Attorney General", Hallye Jordan, spiega che questo non vuol dire che ci sono state minacce di attentati, ma che lo Stato inserisce la E. & J. Gallo Winery tra i luoghi di possible interesse terroristico. Jordan, che nè nega nè conferma la notizia, spiega che l’impresa Gallo fa parte della lista e si limita a commentare "che, visto la sua importanza economica, come attività nello stato della California, potrebbe essere un potenziale target terroristico". Secondo Jordan, lo scopo della lista è quella di incrementare la security nei vari luoghi a sospetto. Naturalmente, in pole position, nella lista si trova l’aereoporto di Los Angeles. La lista elenca ben 624 target possibili.
- L’America furibonda con l’opposizione francese sull’uso della forza militare contro l’Iraq ha chiesto un embargo contro il vino francese. L’accusa viene da parte di uno degli speakers dell’United States House of Representatives, Dennis Hastert, repubblicano, che ha suggerito di mettere uno sticker arancione su tutte le bottiglie di vino francese, segnalando che le bottiglie potrebbero contenere sangue di bue (ox blood) e comunque un veto sulla loro entrata nel Paese. Nello stesso discorso, Hastert ha chiesto ai suoi colleghi repubblicani di mettere un veto sull’importazione di acqua minerale Evian, sperando che questa presa di posizione potesse far cambiare idea ai francesi nella loro opposizione alla guerra imminente che gli Usa sembrano voler fare a tutti i costi contro l’Iraq. Jo Rollo, portavoce della "California Wine Institute", ritiene che i commenti di Hastert avranno poco ascolto e sicuramente non questa una ragione valida per far cambiare idea alla Francia.
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