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MADE IN ITALY

La pandemia consacra la pasta italiana: export a +16% nel 2020, e cresce la domanda interna

Usa mercato n. 1, previsioni di crescita per i prox 4 anni. In Italia +50 milioni di confezioni vendute. I dati in attesa di Tuttofood (ottobre 2021)
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La pasta, simbolo del made in Italy nel mondo, fa boom in pandemia

Era già uno dei piatti più amati al mondo, ma i lockdown (e il maggiore tempo a disposizione da passare a casa) l’hanno consacrata come la regina delle tavole globali. Parliamo di uno dei simboli più famosi del made in Italy, la pasta, le cui esportazioni nel 2020 hanno visto un vero e proprio boom (+16%, superando i 3,1 miliardi di euro), con gli Usa maggiori consumatori mondiali grazie a un +40% record che concretizza il sorpasso su Francia (+4,3%) e Germania (+16%). Ottimi risultati anche dalla Gran Bretagna (+19%) a dispetto della Brexit. Tra le migliori performance, a livello di zone produttive la Provincia di Parma (+43 milioni di euro verso la Francia) e i territori di Napoli, Avellino e Campobasso verso gli Stati Uniti. E non si tratta di una moda passeggera, visto che i dati di Statista prevedono che, dopo aver sfiorato i 123 miliardi di dollari nel 2021 (con la Cina che diventerà primo mercato con quasi 25 miliardi), a livello globale le vendite di pasta continueranno a crescere del 2,35% l’anno nei prossimi 4 anni. Numeri e trend che saranno al centro di Tuttofood, di scena, con Host, a Fieramilano (22-26 ottobre).
La pasta è stata una delle grandi protagoniste del carrello della spesa nel 2020 anche in Italia. Secondo i dati di Unione Italiana Food, partner di Tuttofood, nel Belpaese si sono vendute oltre 50 milioni di confezioni in più, con punte del +40% a marzo e +10% tra ottobre e novembre.
Sono cambiate anche le abitudini dei consumatori. La possibilità di cucinare di più a casa ha stimolato la ricerca di ricette innovative e prodotti diversi dal solito, ricorrendo talvolta alla pasta fresca surgelata, alternativa più pratica alla produzione “home made”. Un prodotto, quello della pasta fresca surgelata, che è stato molto gradito anche all’estero e che per la sua conservazione sottozero ha permesso a molte realtà produttive di superare i confini italiani, con la garanzia di esportare un prodotto senza conservanti, buono e sano.
Ma il 2020 non è stato solo l’anno del boom di consumo di pasta. Anche una nicchia come quella degli gnocchi ha vissuto i cambiamenti di questo periodo così particolare in positivo. Oltre al classico gnocco di patate abbinato a svariati sughi, il comparto ha affiancato una proposta alternativa: gli gnocchi ripieni. Nuovi formati, dunque, vengono richiesti dai consumatori che rivolgono particolare attenzione a diversificate forme di gusto e sapori, ma anche al packaging premiando le aziende più virtuose che presentano sul mercato imballi riciclabili e più sostenibili.

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