Il viaggio di lusso non è più la vacanza costosa, a 5 stelle, esclusiva, ma una esperienza unica, anche in un luogo già visitato altre volte, in mezzo a migliaia di altri turisti, vivendolo però finalmente per quello che solo quel posto può offrire. Come il rafting tra le vigne del Brunello di Montalcino o di Barolo, una delle tante e tante attività che da poter fare tra i filari e nelle cantine del Belpaese, mete d’elezione di un turismo che si sposta sempre più spesso, e più volentieri, dalle grandi città ai territori in cui nascono i vini che fanno grande l’Italia, e non solo la sua enogastronomia, nel mondo. Prima il week end di Pasqua, adesso il ponte della Liberazione, quindi quello della Festa del Lavoro, tanti sono i momenti per staccare la spina e decidere di godersi una passeggiata tra le viti, una degustazione tra le botti o, strano a dirsi, una giornata facendo rafting tra le vigne del Brunello di Montalcino, tra le ultime frontiere del turismo green, ma l’attesa è tutta per Cantine Aperte, il 25 e 26 maggio, quando 900 aziende di tutta Italia accoglieranno appassionati e turisti, per la prima volta dall’entrata in vigore della legge sull’enoturismo, definisce e regolamenta le attività turistiche in cantina, sia in termini di regime fiscale che di standard minimi di qualità dei servizi.
Un quadro normativo comune in cui far crescere un settore che si inserisce in un ambito ancora più ampio, quello del turismo enogastronomico che, secondo gli ultimi dati dell’Enit - Agenzia Nazionale del Turismo, è capace di muovere il 22,3% dei turisti italiani ed il 29,9% di quelli stranieri, che mettono il wine & food al primo posto tra i motivi di interesse delle proprie vacanze. E se le prenotazioni, stando ai dati dei tour operator, nei primi mesi del 2019 fanno registrare una crescita del +5%, è importante sottolineare come la spesa media dei viaggiatori del gusto, di 150 euro a persona, sia ampiamente la più alta.
L’Italia, che ha da offrire tuta la ricchezza della sua diversità, potrà contare su un altro vantaggio competitivo nella corsa a quello che, a tutti gli effetti, è un motore economico e di promozione dei territori come pochi, e che nel 2018, stando ai numeri di riferimento del Rapporto sul Turismo del Vino in Italia by Università di Salerno e Città del Vino, ha generato 2,5 miliardi di euro: nel 2020, infatti, il Friuli Venezia Giulia, Regione di grandi vini, ma anche di gastronomia e di storia, come tutte le terre di frontiera, sarà teatro della prestigiosa International Wine Tourism Conference, conferenza nata in Spagna nel 2009 che, dal 24 al 26 marzo, con la regia di Promoturismo Friuli Venezia Giulia, ospiterà oltre 300 giornalisti, opinion leader ed esperti di turismo ed enogastronomia tra conferenze per analizzare ed anticipare trend presenti e futuri, ma anche seminari, degustazioni ed educational alla scoperta del territorio. Un appuntamento importante, perché sarà l’occasione per confrontarsi con modelli diversi e, spesso, più remunerativi e strutturati. Come quello della Nuova Zelanda, Paese di 4,9 milioni di abitanti dove l’enoturismo muove, secondo le stime, 3,8 miliardi di dollari all’anno ...
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