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ECONOMIA

La spesa alimentare perde 12 miliardi: acquisti al dettaglio non compensano crollo di bar e pizzerie

In quattro mesi il lockdown e lo smart working hanno rivoluzionato il mercato. Per Coldiretti una misura da prendere è “il taglio dell’Iva”
ALIMENTARE, Coldiretti, SPESA, Non Solo Vino
La spesa alimentare perde 12 miliardi

La spesa alimentare degli italiani crolla. Lo dicono i numeri con 12 miliardi di euro persi a quattro mesi di distanza dall’inizio della prima “zona rossa” d’Italia a cui ha fatto seguito la lunga finestra di lockdown. Lo “smart working” e le preoccupazioni ad uscire dalla propria abitazione hanno fatto crollare i pasti fuori casa e i consumi domestici non sono bastati a riportare la situazione in parità. Perché come ha sottolineato Coldiretti, che ha fatto un bilancio dall’inizio della pandemia, la chiusura di bar, ristoranti e pizzerie, che faticano a ripartire dopo il lockdown, ha generato una perdita di 17 miliardi che non è stata bilanciata dall’aumento di 5 miliardi negli acquisti al dettaglio di cibi e bevande.Nei primi cinque mesi dell’anno soprattutto i prodotti a lunga conservazione sono stati comuque in crescita con un +14% degli acquisti al dettaglio di latte Uht; +29% per le mozzarelle; +14% per la pasta; +18% per riso e prosciutto crudo +16% per il salame; +14% per la frutta fresca; +21% per salse e passate di pomodoro e +23% per le uova.
Con lo stop alla limitazione agli spostamenti, l’effetto “scorta” si è progressivamente affievolito ma è rimasta la spinta sugli acquisti domestici che testimoniano le nuove abitudini di spesa e di vita a scapito dei consumi fuori casa. E alcuni settori stanno pagando la novità. “Una situazione che sta rivoluzionando anche gli equilibri all’interno delle filiere produttive - spiega Coldiretti - che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco”. Un aiuto “potrebbe venire dal taglio dell’Iva” sempre secondo l’associazione guidata da Ettore Prandini che ha proposto al Governo un piano straordinario per aumentare ad un miliardo di euro la dotazione dei fondi per l’acquisto del cibo destinato agli indigenti, scegliendo solo prodotti agroalimentari 100% Made in Italy.
In cima alla lista le eccellenze come il vino italiano, Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma o Prosciutto di San Daniele ma anche olio extravergine ottenuto da olive italiane, frutta e verdura.
Un obiettivo da estendere anche alla ristorazione pubblica per garantire i prodotti del Belpaese alle mense di scuole, ospedali e caserme. Misure che, è il parere di Coldiretti, “vanno accompagnate nelle campagne dalla cancellazione per quest’anno dei versamenti contributivi dell’imprenditore agricolo e dei propri dipendenti nei settori maggiormente colpiti per sostenere competitività ed occupazione. Ma serve anche una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. In questa ottica per promuovere l’innovazione è importante il prolungamento per almeno tre anni di Agricoltura 4.0, quindi ben oltre il 2021. Oltre a ciò serve estendere il bonus ristrutturazione del 110% anche agli agriturismi e alle aziende agricole”.

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